Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Movida, scontro tra i commercianti e il Comune
Firmata l’ordinanza dal sindaco di Jesolo: niente alcol fuori dei locali e chiusura all’una. «Eccessiva»
JESOLO La prefettura chiedeva la chiusura anticipata dei bar, il sindaco suggeriva il divieto di consumo in strada, è finita con un tentativo di accontentare tutti che però ha comunque fatto infuriare le categorie. A Jesolo, da questo sabato e fino a settembre (Ferragosto compreso) niente più alcool all’esterno dei locali o in spiaggia già dalle otto della sera e fino alle sei del mattino, ma neppure dentro le discoteche e i bar dopo l’una di notte, a meno che non ci sia « un adeguato servizio di steward» che può posticipare la chiusura delle spine fipassare no alle tre. È quanto ha deciso il Comune per tutti i prossimi fine settimana, stabilendo anche una multa di 400 euro per chi non rispetterà queste disposizioni. «Riproponiamo un provvedimento che avevamo adottato nel 2019 e che speravamo di poter evitare — ha ribadito il sindaco Valerio Zoggia — Purtroppo quanto accaduto nei giorni scorsi, con la maxi rissa scoppiata sabato in piazza Mazzini, l’ha reso inevitabile. Spiace che per colpa di qualche giovane sopra le righe debba rimetterci anche quella parte che a Jesolo cerca solo di qualche momento piacevole». L’ordinanza è stata però pubblicata mezz’ora prima dell’incontro con le categorie previsto per ieri pomeriggio, e questo ha portato Confcommercio a lasciare la sala parlando di «sgarbo istituzionale gravissimo». «Hanno cercato di giustificarsi dicendo che quella era una ordinanza generica e che ora si sarebbe parlato di piazza Mazzini — ha commentato il delegato comunale Alberto Teso — È una foglia di fico, perché l’ordinanza è stata fatta proprio per i problemi di piazza Mazzini». Grosse le riserve anche in merito ai contenuti dell’ordinanza. «Ad esempio — continua Teso — da sabato, se all’una saremo ancora seduti a tavola, in albergo o al ristorante, il cameriere dovrà passare di corsa a portarci via la bottiglia di vino dal tavolo. Una cosa ridicola, prima ancora che assurda. Pretendere poi di convocare gli imprenditori per fingere di condividere scelte così pazzesche è veramente inaccettabile». Il prefetto però era stato chiaro: ok ai controlli ma anche gli esercenti devono fare la loro parte. (gi. co.)