Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Hotel e centri commerciali moratoria per cinque anni Incentivi a chi affitta le case»
Baretta, la campagna elettorale parte dai quartieri popolari
MESTRE Una doppia moratoria di cinque anni senza deroghe per centri commerciali e alberghi; prenotazione obbligatoria per visitare Venezia; un porto d’altura collegato alla terraferma per le grandi navi da crociera e quelle commerciali. Ma, prima di tutto, un piano di rilancio dell’edilizia residenziale pubblica grazie all’ecobonus con detrazioni del 110 per cento per non tenere sfitti 972 alloggi sempre a rischio occupazione. Non a caso il candidato sindaco del centro sinistra Pier Paolo Baretta ieri ha scelto di iniziare la campagna elettorale dal Rione Pertini, quartiere che ha ottanta case vuote e tutte le altre mostrano gli acciacchi di 40 anni di onorato servizio. «Piove dentro, non ci sono gli ascensori – scuote la testa il sottosegretario Pd all’Economia – I cittadini chiedono che siano messe a posto. Il rione Pertini è un simbolo: ha tanto verde ma pochi negozi e tante case da ristrutturare. Abbiamo un piano di rigenerazione urbana: trasformare la società comunale Insula in un’agenzia per la casa che gestisce la manutenzione e le assegnazioni». Un emendamento del sull’ecobonus prevede infatti che anche i soggetti che gestiscono gli alloggi pubblici possano accedere alle detrazioni. Delle 972 case vuote nel comune, 203 sono in attesa di assegnazione, 43 hanno lavori in corso, 245 sono nel piano di manutenzione e altre 375 sono sfitte e basta. «Affidarne la gestione a Insula permetterebbe di snellire i tempi di restauro e assegnazione», spiega il consigliere comunale Pd Emanuele Rosteghin, presente con i colleghi Monica Sambo e Nicola Pellicani. Residenza pubblica e commercio in affanno sono problemi del Pertini, di Venezia e anche della terraferma. «Basta a nuovi centri commerciali per cinque anni. E prevediamo un sistema di incentivi ai proprietari dei fondi che affittano e anche di disincentivi a chi li tiene chiusi», annuncia Baretta. Meccanismo simile anche per favorire la conversione alla residenza degli alloggi turistici: «Forti incentivi per favorire la residenzialità - spiega - E poi, per cinque anni non si costruiscono più alberghi. Ma sul serio, non con una deroga al giorno, come fa l’attuale giunta Brugnaro: c’è un’offerta addirittura eccessiva e dobbiamo dare respiro ai nostri albergatori». Turisti se ne vedono pochi; se nel presente il problema è far tornare i viaggiatori, nel futuro sarà gestire le folle. «L’amministrazione
uscente non ha gestito i flussi turistici. Non è un attacco personale, non è il mio stile e non lo sarà in campagna elettorale perché porsi come alternativa significa anche questo – puntualizza - La nostra proposta è un rigoroso sistema di prenotazioni per regolare senza soffocare né rinunciare: si può sperimentare nel 2021 collegandolo ad un ticket o card di ingresso come nelle grandi capitali, con agevolazioni nei servizi di trasporto e culturali. Se funziona, lo si rende strutturale dal 2022». Per le grandi navi, il discorso rimanda a quello della relazione tra Venezia, laguna e porto. «Porto Marghera è importante per le portacontainer e ha capacità di sviluppo sulle rinfuse. Ma un certo tipo di tonnellaggio in laguna non può entrare, punto e basta. E scavare nuovi canali sarebbe una follia – boccia Baretta – O rinunciamo, e sarebbe un peccato per l’Alto Adriatico perdere questa opportunità; o pensiamo ad un porto d’altura». Un off-shore diverso dal vecchio progetto. «Un porto d’altura moderno, con un collegamento ferroviario o viario diretto a terra. E a quel punto, nulla impedisce che sia luogo d’attracco anche per le navi da crociera». La geografia dice che l’unico posto con queste caratteristiche è Chioggia, dove è già in ballo il progetto Vgate. «Il dove dipende dalle scelte logistiche: fondali, retroterra, collegamenti; e ambientali: impatto sul mare e sulla costa – puntualizza il sottosegretario - Nessun problema se fosse a ridosso di Chioggia. Ma non spetta a me fare proposte. Chi ha progetti, si faccia avanti». Nell’immediato, il problema è la mancata approvazione del bilancio del Porto per la contrarietà dei rappresentanti di Regione e Città Metropolitana. «Chi ha in mente di non approvare un bilancio in attivo, non può farlo il giorno del voto – stigmatizza – Lo deve dire prima». Quanto al florilegio di civiche a sinistra, Baretta è pragmatico: «Qui c’è una riga. Di là c’è l’amministrazione che vogliamo cambiare, schiacciata a destra dalla Lega e con i fucsia che non possono più giocarsi la carta civica. Di qua, ci sono tutti gli altri che vogliono cambiare l’amministrazione. O adesso o al ballottaggio, insieme si raggiunge il risultato».
"Navi Porta container e crociere in un porto off-shore collegato a terra direttamente