Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I pm: lo schianto della Msc per gli errori dell’equipaggio
I consulenti della Procura: manovre sbagliate. La replica: guasto imprevedibile
VENEZIA La «guerra» tecnica è stata accesa e Msc ha messo in campo ben quattro consulenti. Ma alla fine i tre esperti nominati dai pm Andrea Petroni e Giorgio Gava non si sono mossi di un millimetro. Secondo loro, a causare lo schianto della Msc Opera contro la banchina di San Basilio e il battello fluviale River Countess alle 8 e mezza di mattina del 2 giugno 2019, è stata principalmente una manovra errata da parte dell’equipaggio, che non ha saputo far fronte in maniera corretta all’avaria che aveva bloccato il motore. Nessuna colpa, invece, da parte di chi guidava i rimorchiatori, che erano adeguati, così come dei piloti del Porto.
Si avvicina il processo, con l’accusa di pericolo di naufragio, per il comandante della nave da crociera, Carmine Siviero,
per il responsabile della manutenzione a terra Giuseppe De Maio (accusato anche per le ipotizzate carenze di formazione) e per il «capo macchinista » Aleksandar Mustur, già indagati fin dai primi giorni dopo l’incidente: ma i consulenti avrebbero individuato anche altre responsabilità e ora spetterà ai due pm decidere se effettuare altre iscrizioni. Dovrebbero invece essere archiviate le posizioni dei due piloti Stefano Russignan e Vladimiro Tuselli, che erano in plancia di comando, e dei comandanti dei due rimorchiatori della società Panfido che, Andrea Ruaro davanti e Giuseppe Adragna dietro, trainavano la nave: proprio su questi ultimi due i periti di Msc avevano cercato di scaricare le colpe, ma i tecnici della Procura hanno smontato tutte le accuse.
Secondo la ricostruzione, la nave sarebbe andata fuori rotta a causa di un guasto al generatore che alimenta i Pod, i «motori» che governano anche la direzione dell’imbarcazione. A quel punto però il comandante Siviero avrebbe potuto gestire la situazione attivando le dovute procedure di emergenza e soprattutto spegnendo completamente i propulsori, operazione che sarebbe stata eseguita in ritardo. Inoltre sarebbe stato sottovalutato un messaggio di errore apparso un’ora prima.
Msc ha ribadito che «l’avaria è stata generata da un guasto tecnico risalente alla costruzione, che non poteva essere identificato dalle regolari verifiche a cui la nave è sempre stata sottoposta». E ha poi difeso l’equipaggio. «Si è creata una situazione del tutto imprevedibile e inattesa - spiega - Il personale di bordo ha avuto un tempo limitatissimo per reagire e tale reazione, pur tra tutte le difficoltà della situazione, ha permesso di limitare i danni al minimo».