Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Scuole, presidi a caccia di spazi Ipotesi tende
Zennaro: il 25 per cento rischia di restare fuori. Censimenti dei Comuni
Si stanno valutando perfino le tende in giardino per riuscire a rispettare le linee guida che chiedono un metro di distanza tra gli studenti per il rientro a settembre. Molte scuola hanno le aule piccole.
VENEZIA «Nelle mie aule, rispettando le distanze, ci stanno una quindicina di alunni, significa che il 25 per cento degli studenti rimarranno fuori». Luigi Zennaro, dirigente scolastico dell’Ic Gramsci di Camponogara e presidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi, sintetizza le difficoltà che stanno affrontando lui e tutti i suoi colleghi, costretti a una folle caccia agli spazi in vista del rientro a scuola a settembre. «Ci sono scuole che hanno più spazi della mia, ma molte che ne hanno meno e sono ancora più in difficoltà – aggiunge Zennaro - Nei prossimi giorni incontrerò il sindaco: valuteremo alcuni edifici extra-scolastici dove si potrebbe fare didattica. In ultima ipotesi si potrebbero montare delle tende nel giardino ma significherebbe tornare indietro di 50 anni».
Nel caos che avvolge il mondo della scuola le ipotesi al vaglio sono infatti le più disparate. Anche perché il documento partorito venerdì dalla Conferenza Stato Regione con le linee guida per il rientro - che ha stabilito la distanza di un metro tra le bocche degli alunni - ha permesso di recuperare spazio ma non ha risolto tutte le criticità. «Il sindaco Brugnaro ha attivato due commissioni – spiega Saverio Centenaro, consigliere delegato della Città Metropolitana – una per il comune di Venezia e una per la Città Metropolitana, composte entrambe da tecnici dell’edilizia scolastica. Come Città Metropolitana manderemo ai presidi le planimetrie delle scuole in modo che entro il 6-7 luglio possano inviarci le loro proposte per il rientro». Ricevute le risposte dei presidi, e avendo quindi la panoramica di quanti alunni saranno in grado di accogliere gli istituti e quanti rimarranno invece fuori, la Città Metropolitana valuterà possibili soluzioni cercando eventuali spazi extra-scolastici. «Si parla di usare le palestre ma cercheremo di non utilizzarle perché vogliamo garantire le attività di società e associazioni sportive – prosegue Centenaro – in questo momento stiamo anche analizzando quanti istituti hanno la fibra ottica (non molti) perché non è escluso, nei casi dove non ci fossero altre possibilità, il proseguimento della didattica a distanza». Intanto, anche comuni e dirigenti si stanno muovendo. «Stiamo già avviando le necessarie interlocuzioni e collaborazioni con le istituzioni scolastiche» assicura l’assessore alle politiche educative del Comune di Venezia Paolo Romor. «Abbiamo in corso un censimento degli spazi nelle scuole e valutiamo edifici extra-scolastici – dice Andrea Cereser, sindaco di San Donà – tra le ipotesi, abbiamo individuato la Casa delle associazioni, un parte di proprietà della parrocchia del Duomo e l’ex scuola di Fossà che da tempo è un centro vivico». Ma c’è anche il problema ingressi: se si dovranno prevedere accessi scaglionati il rischio è che le classi entrino a orari molto distanziati rendendo di fatto impossibile la didattica e la vita dei genitori che devono accompagnare i figli a scuola. «Stiamo pensando di prevedere diversi punti d’ingresso – spiega Marco Sinatora, preside dell’Ic Ilaria Alpi di Mestre – in questo modo potremmo fare entrare più alunni in meno tempo».