Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Trasportatore e atleta segnato dalla vita La ferita dello stalking
Andrea Baldan, ex campione di lancio di pesi, era seguito dai servizi sociali. Lascia due figli
MESTRE Per tutti era il «gigante buono » , un « omone » grande e grosso con il suo metro e 90 d’altezza e i 150 chili di peso ma dall’animo cortese, anche se travagliato e segnato dalla vita. Capace di trasportare sulle sue spalle senza battere ciglio una lavatrice fino all’ultimo piano dei palazzi veneziani, Andrea Baldan, nato nel 1969, faceva il trasportatore, prima in conto proprio e poi per altre ditte, in centro storico, dove è nato e vissuto a lungo prima del trasloco in terraferma. E tutti tra i campi e le calli, ma anche nei quartieri mestrini dove ha vissuto, lo conoscevano. Un po’ per la stazza, un po’ perché «sapeva farsi volere davvero bene, era sempre disponibile», racconta Alvise Ferialdi, amico di una vita sui campi d’atletica, la sua vera passione. «Era rimasto attivo nelle realtà sportive anche dopo aver smesso di competere», continua. Il lancio del peso e del disco lo avevano portato dal Cus Venezia - passando per il Coin e poi Assindustria Padova - alla nazionale, «con buoni risultati», conclude l’amico.
Ieri, la notizia della sua tragica morte ha scosso chiunque lo conoscesse, da chi semplicemente lo salutava come i vicini di casa ai Quattro Cantoni («È stato ucciso – dice sgomenta una dirimpettaia – l’ho visto rientrare con la sua moto venerdì poco dopo le 19, non avevo confidenza, ma era impossibile non
L’ex
L’amico ricordarsi di lui») a chi, invece, era legato da anni di amicizia e sapeva dei problemi che da sempre si portava con sé. Un grave lutto in famiglia lo aveva segnato ancora a fine anni Novanta ed era seguito da tempo dai servizi sociali, un sostegno che gli permetteva di tenere a bada i suoi demoni. «Non sapevo della sua morte, non riesco a crederci – dice attonito l’assessore alla Sicurezza Giorgio D’Este – conoscevo bene Andrea, da un po’ ci eravamo persi di vista, non sapevo che si fosse separato dalla moglie, le ultime volte che eravamo stati insieme era ancora in famiglia, con i figli che lui adorava». D’Este, come tanti vecchi amici, ieri ha salutato Baldan con un messaggio sulla sua pagina Facebook. «Addio gigante buono», la frase più ricorrente, insieme a «Non ci posso credere».
Quasi nessuno sapeva che da prima del lockdown per il 51enne era iniziato un periodo difficile, l’ex compagna, G. G., da cui si era separato circa quattro anni fa e a cui era però ancora legato, aveva
"Non me la sento di parlare, per ora non dico nulla
"Sapeva farsi voler bene, un uomo grande, grosso e gentile
conosciuto un altro uomo, Simone Meggiato, e aveva iniziato una nuova vita con lui. E la sola idea, evidentemente, lo stava distruggendo. Sono iniziati i messaggi continui e qualcosa nel rapporto finora, a detta di tutti, discreto con la ex si è incrinato: Baldan, prima, è stato denunciato per stalking, poi è arrivato il decreto del tribunale che gli vietava di avvicinarsi alla coppia. Non ai due figli (F. di 18 anni e F. di 14), però, che continuava a vedere con regolarità.
«Ho visto Andrea ieri sera (venerdì, ndr) – racconta l’avvocato Damiano Danesin, che lo seguiva per l’accusa di stalking e che ora non si dà pace per quanto accaduto – abbiamo chiuso insieme lo studio alle 19, non riesco a credere a quanto sia accaduto, quando ci siamo lasciati era sereno, la situazione sembrava si stesse risolvendo, oggi (ieri, ndr) avrebbe dovuto guardato la partita con i figli». Danesin parla di un uomo, che sì aveva avuto un momento di cedimento, ma che stava rimettendosi in sesto e che «avrebbe potuto dimenticare questa triste vicenda». D’altronde, proprio quando erano insieme, Baldan – segnala il legale – avrebbe ricevuto un messaggio rassicurante del figlio maggiore.
«Che tragedia – dicono gli abitanti della via dove viveva, un angolo alle porte del centro di Mestre dove ancora tutti si salutano e si conoscono – di recente in un paio di occasioni sono arrivate le volanti, circa un mese fa c’era anche l’ambulanza e lui piangeva disperato, non ci siamo messi in mezzo, però». «In studio siamo tutti sconvolti – si congeda Danesin – Andrea non era un criminale, era incappato in problemi di giustizia ma avrebbe potuto superarli», ribadisce. Con un filo di voce risponde al telefon o l ’ e x mo g l i e , G. G. , impossibile celare il profondo dolore per quanto è accaduto nella notte di sabato quando in una violenta discussione l’attuale compagno, Simone Meggiato, ha sparato tre colpi contro il suo ex, Andrea Baldan. «Non me la sento di parlare – dice G. G., scusandosi persino – per ora, ho deciso di non dire nulla».