Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Travolta e uccisa dopo la lite col marito
Lazise, ha il cranio sfondato. L’uomo per ore sotto torchio
VERONA Il corpo senza vita di una donna di 47 anni, Micaela Bicego, è stato ritrovato ieri mattina nel parcheggio del centro termale di Colà, a Lazise. Per gli inquirenti è un omicidio. La sera precedente pare avesse litigato col marito.
LAZISE (VERONA) Un cadavere riverso a terra in una pozza di sangue accanto a una Renault Clio rossa parcheggiata sugli stalli blu vicino alla ringhiera che separa il parcheggio dal campo sportivo. È mattina presto. In giro c’è ancora poca gente. Il corpo senza vita della donna sta lì, sotto i primi tiepidi raggi del sole. E chissà da quante ore. Il cranio è sfondato e porta ancora i segni di pneumatico.
Sul posto giunge una turista che fa jogging. Si ferma davanti a quella terribile immagine. È lei, intorno alle 6.30, a fare la scoperta all’interno del parcheggio delle terme di Colà di Lazise, in provincia di Verona, del cadavere di Micaela Bicego, casalinga 47enne di Bussolengo.
Nonostante lo choc subito per la macabra scoperta, la donna riesce ad allertare i soccorsi del tragico rinvenimento. In zona, oltre al personale del 118, intervengono i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, per provvedere a identificare la vittima e ad effettuare i rilievi, supportati dai militari della compagnia di Peschiera.
I primi elementi da cui partono gli investigatori sono appunto le numerose ferite alla testa e i segni di gomma sul corpo della vittima. Resta, inoltre, da chiarire come mai la donna si trovasse a Colà, abitando a Bussolengo e avendo da poco preso la residenza a Lazise. Un altro elemento di un puzzle ancora tutto da completare, sul quale stanno lavorando gli inquirenti che hanno stabilito che la Renault Clio accanto al cadavere apparteneva alla donna.
Stando ai primi accertamenti la morte risalerebbe alla notte scorsa e sarebbe dovuta allo schiacciamento della testa, con lesioni su tutto il corpo, anche a braccia e gambe. Al momento, sul fronte investigativo, sono aperte tutte le ipotesi. L’unica cosa certa è che un’auto le è passata sopra volutamente.
Gli investigatori del comando provinciale dei carabinieri di Verona e della compagnia di Peschiera, coordinati dal pubblico ministero Alberto Sergio, sono però certi che la svolta del caso arriverà presto, grazie anche ai filmati delle telecamere di videosorveglianza poste in zona che potrebbero aver ripreso quanto successo.
Nessuna ipotesi viene esclusa, neppure che l’assassino della 47enne l’abbia colpita prima alla testa utilizzando un oggetto contundente e poi finita con ferocia passandoci sopra con la ruota di una macchina.
A tal proposito, nel frattempo, il pubblico ministero ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, che potrà aiutare a chiarire le dinamiche e le cause della morte. Intanto, in caserma a Peschiera sono stati convocati i familiari della vittima. Oltre al marito e al figlio, che sono stati sentiti fin dalle ore immediatamente successive al delitto ma non sono in stato di fermo, gli inquirenti stanno ascoltando anche altre persone vicine alla donna.
Per trovare il responsabile si scava anche nella vita privata della donna. Pare che la relazione con il marito fosse arrivata al capolinea, c’è chi dice che si fossero appena lasciati. E poi c’è quell’inquietante telefonata prima dell’alba, fatta al 113 dal figlio 19enne della vittima: il ragazzo avvisa i militari che la madre non è rientrata a casa. È molto preoccupato, poiché, spiega, la sera precedente i genitori hanno litigato.
Le indagini vanno avanti senza sosta.