Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Imprenditore mirese positivo per ora negativi i suoi contatti
Il nodo degli stagionali in arrivo. Electrolux, due positivi al test sierologico (uno negativo al tampone)
VENEZIA Ora il pericolo coronavirus arriva dall’estero. Prima il manager di Sossano (Vicenza) che torna ammalato di Covid19 dalla doppia trasferta in Serbia e Bosnia, finisce in Rianimazione ed è causa dell’isolamento domiciliare di 117 «contatti»: 52 persone nella sua provincia, 37 a Verona e 28 a Padova. Poi un imprenditore di Oriago, nel Veneziano, risultato positivo al coronavirus durante un viaggio in Africa per motivi di lavoro e ricoverato in Uganda. Sotto controllo gli invitati alla stessa cena alla quale l’uomo aveva partecipato a Padova: ieri sono stati sottoposti a tampone, si attende l’esito. In mezzo i sette bengalesi trovati infetti sui dieci arrivati a Jesolo come lavoratori stagionali per bar, alberghi e ristoranti e adesso in isolamento fiduciario come le persone da loro frequentate, per un totale di trenta.
E non è finita: il bollettino emesso ieri dalla Regione segnala tra i dieci nuovi contagi due kosovari di 67 e 75 anni, una brasiliana di 36 e una bimba di un anno figlia di un camerunense a sua volta positivo al Covid-19. Poi ci sono tre italiani giovani rispetto alla media degli infetti: due donne di 36 e 48 anni e un uomo di 39. «La movida o l’affollamento nelle piazze e nelle spiagge non c’entrano — spiega Francesca Russo, direttore della Prevenzione per la Regione — si tratta di appartenenti a piccoli focolai familiari legati al fatto che il coronavirus circola ancora. Il vero problema è che i nuovi cluster sono importati, cioè originati da stranieri extra
Ue che lavorano in Veneto e compiono trasferte nei Paesi d’origine per poi rientrare, o vengono qui a cercare impiego o sono stagionali». E allora se dal 10 aprile scorso la curva del contagio era in discesa libera al punto da arrivare allo 0,43, nelle ultime due settimane è risalita all’1,63. Indice che potrebbe peggiorare ancora: i dati aggiornati saranno comunicati domani dall’Istituto superiore di Sanità. L’unica nota positiva è che la gran parte degli attuali contagiati sono asintomatici, tanto è vero che in Rianimazione restano 9 degenti, solo due dei quali ancotre ra positivi al tampone e negli altri reparti i ricoverati sono 155, di cui 18 infetti. Inoltre uno dei due operai di Elextrolux positivi al test sierologico è risultato negativo al tampone e il secondo è in attesa di referto. Si registrano però altri due morti: uno deceduto all’ospedale di Dolo e uno a Santorso.
Per evitare nuove recrudescenze legate agli stranieri o ai veneti al rientro dai Paesi extra Schengen, dopo la nuova ordinanza firmata dal governatore Luca Zaia che impone tampone e quarantena oltre a mille euro di multa a chi vìola la quarantena, il Veneto con le alRegioni ha chiesto il controllo delle frontiere. «Abbiamo sollecitato il ministero della Salute ad aiutarci, segnalandoci l’arrivo alle frontiere di extracomunitari, così da poterli sottoporre subito ai controlli anti-Covid — rivela la dottoressa Russo —. Altrimenti non possiamo sapere che stanno arrivando, a meno di segnalazioni alle prefetture o ai sindaci». Appello accolto dal ministro Roberto Speranza, che dopo aver sospeso i voli dal Bangladesh ieri ha scritto al Commissario Ue alla Salute, Stella Kyriakides, e al ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, chiedendo «rigorose misure cautelative per gli arrivi da aree extra Schengen ed extra Ue». «Sia pure nell’ambito di una situazione epidemiologica complessivamente favorevole, anche in Italia si è verificata nelle ultime due settimane l’insorgenza di diversi focolai di contagio da Covid19, innescati spesso da persone provenienti da Paesi terzi — scrive Speranza —. In tale contesto chiederei a Commissione e presidenza di promuovere un maggiore coordinamento tra gli stati membri e garantire così una maggiore efficacia all’obiettivo di contenere la diffusione di contagi causati da focolai di origine esterna».
Secondo gli ultimi dati della Fondazione Gimbe, il Veneto è ancora in area «verde» (meno contagi) e conta l’8% dei casi nazionali di Covid-19. Ora siamo a quota 19.351. La percentuale totale dei decessi è del 10,5%.