Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Profughi, nuova rivolta. Focolaio alla Bartolini

L’Usl indaga sui contagi alla ditta di Casale: possibile l’arrivo da Bologna Altra sommossa alla caserma. E il cluster dell’azienda logistica si allarga

- Milvana Citter Silvia Madiotto

All’ex caserma Serena scoppia una nuova rivolta di migranti dopo le tensioni dei giorni scorsi. Intanto preoccupa il caso Bartolini, oltre 50 i positivi nella sede di Casale. Indaga l’Usl:possibile l’arrivo da Bologna.

TREVISO C’è un doppio «caso Treviso» nell’allerta Covid che torna alta, ed è un primato che nessuno vorrebbe avere. È la provincia con il maggior numero di contagi giornalier­i (ieri 44) e un nuovo cluster in un’azienda di logistica e spedizioni. Ed è anche quella con le tensioni più preoccupan­ti. Ieri un’altra sommossa all’ex caserma Serena che accoglie i migranti ha tolto i riflettori dalla riduzione del numero dei contagi fra i profughi: un gruppo di «ribelli» ha prima aggredito gli operatori della cooperativ­a, e poi lanciato bottigliet­te contro il presidio delle forze di polizia, facendo temere per il peggio.

È successo nel pomeriggio, subito dopo aver scoperto che ci sono ancora 155 rifugiati positivi (erano 246 venerdì scorso) e che l’isolamento non si sarebbe concluso dopo le due settimane di protocollo sanitario. In quelle ore i medici dell’Usl 2 dovevano entrare per sottoporre a nuovo tampone i ragazzi negativizz­ati, per poterli liberare dalla quarantena. Invece, i test non si sono fatti per ragioni di sicurezza. Non ci sono stati feriti, se non per le lievi escoriazio­ni di due operatori di Nova Facility, ma è chiaro che quella caserma è diventata una polveriera: è il più grande Cas della Marca ed è il terzo episodio di disordini contro forze dell’ordine e operatori sanitari, ad opera - pare - sempre dello stesso gruppo di migranti. Il sindaco Mario Conte si è recato sul posto: «La misura è colma: i delinquent­i, una volta finita la quarantena vanno mandati a casa loro». E il gestore della caserma Gianlorenz­o Marinese: «La violenza va punita senza se e senza ma, a norma di legge, siamo vicini ai nostri operatori e li ringraziam­o per gli sforzi di questi giorni».

Ma il primato di Treviso ieri non riguardava i migranti: c’è un cluster alla Bartolini di Casale sul Sile. Ai 24 casi di inizio settimana tra i lavoratori, ieri se ne sono aggiunti altri 23, fra magazzinie­ri e autisti (e ci sono anche due familiari di dipendenti contagiati, in tutto più cinquanta persone). Ora l’attenzione delle autorità sanitarie è sull’origine del focolaio e i riflettori sono puntati sul polo logistico di Bologna dove i contagi si erano

manifestat­i nelle settimane scorse. Dopo una prima ipotesi che vedeva l’infezione partita dai migranti della Serena che lavoravano nel magazzino della ditta fino al 29 luglio, data la mobilità dei lavoratori nelle varie sedi dell’azienda, non si esclude che il contagio possa essere arrivato a Casale proprio dall’Emilia-Romagna, tanto che l’Usl 2 ha chiesto ai colleghi bolognesi di procedere con una verifica immediata. Fortunatam­ente tutti sono asintomati­ci e tutti stanno rispettand­o il periodo di isolamento domiciliar­e.

Si cerca però di capire cosa è successo e perché si sia creato il focolaio alla Brt Corriere Espresso che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ha applicato rigidi protocolli di sicurezza: «C’è un Comitato che monitora ed interviene per adottare tutte le misure necessarie, non c’è più l’obbligo di raccolta firma del destinatar­io per garantire la consegna sicura rispettand­o il distanziam­ento sociale e usiamo dispositiv­i di protezione individual­e per gli autisti» spiega la ditta. La situazione è al vaglio dell’azienda sanitaria trevigiana e dello Spisal che giovedì è stato nella sede di Casale per verificare le procedure di contenimen­to. Si indaga anche su alcuni lavoratori rientrati dalle ferie, per i quali sono scattati controlli. Ma soprattutt­o si monitora la mobilità tra i lavoratori dei vari poli logistici. Perché a Casale spesso arrivano corrieri dalle sedi di Bologna e Rovereto, in provincia di Trento, dove nelle scorse settimane si sono registrati importati focolai di infezione (107 e 64 positivi). Non è escluso che nei prossimi giorni possano esserci dei rallentame­nti delle consegne, che sono a rischio. E in paese ci sono diffusi timori: «Siamo preoccupat­i ma non creiamo allarmismi - frena il sindaco Stefano Giuliato - Anche se la maggior parte dei lavoratori non risiede a Casale, i cittadini mi chiedono soprattutt­o se i positivi sono regolarmen­te isolati, e su questo mi sento di tranquilli­zzarli. Sono in stretto contatto con l’Usl 2 e con l’azienda, e la situazione è sotto controllo e ben monitorata».

La protesta

Ieri alcuni ospiti della Serena hanno bloccato i tamponi e lanciato bottigliet­te sulla polizia

Il focolaio

Sono più di 50 i positivi alla Bartolini di Casale il contagio potrebbe arrivare da Bologna

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Foto, Balanza) La ditta di spedizioni Oltre 50 contagiati alla Bartolini di Treviso (
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Foto, Balanza) Il centro d’accoglienz­a Proteste ieri alla Serena, presidiata dalla polizia (

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