Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Autorità, Brugnaro vuole l’autonomia «Venezia tradita»

Accusa del sindaco ai parlamenta­ri locali: tutti i poteri rimangono a Roma. Il patto con Zaia

- di Francesco Bottazzo

VENEZIA Ha letto e riletto il decreto del Consiglio dei ministri e, alla fine, il verdetto del sindaco Luigi Brugnaro è tranchant: «Hanno creato il solito carrozzone romano, Venezia è tagliata fuori». Il soggetto è l’Autorità per la laguna, che gestirà Mose e salvaguard­ia. L’unica soluzione: «L’autonomia del Veneto e di Venezia». E sul sit-in dei No Nav contro le crociere: «Scandaloso».

VENEZIA «Mi faccia prima ringraziar­e il presidente Conte che ha rispettato i patti, stanziando tre miliardi per i sindaci e le aree metropolit­ane, poi sull’Autorità per la Laguna di Venezia ce ne sono cose da dire, a partire dal tradimento fatto alla città». Accomodant­e con il premier: «E’ stato bravo a farsi dare i soldi dall’Europa. Anch’io sono bravetto a portare a casa i soldi per la città — risponde a chi gli dice che sono scontati —. Nell’ultimo decreto manca però la fase di rilancio del Paese che metta al centro il lavoro e le imprese». Duro con chi «i poteri a Venezia non li vuole proprio dare, perché preferisce tenerli altrove», attacca il sindaco Luigi

Brugnaro. Pressing senza fare fallo ama dire, ma questa volta è un’entrata a gamba tesa: «L’Autorità è un carrozzone romano».

Sindaco però concentra tutti i poteri su un unico ente.

«E’ l’unica cosa positiva, di fatto è stato ristabilit­o il Magistrato alle Acque, adesso però devono pagare le aziende che hanno fatto i lavori del Mose, proteggere tutti i lavoratori inserendol­i nella nuova realtà, trovare i fondi per le opere di compensazi­oni ambientale. Tutto il resto non va bene, Venezia non tocca palla».

Sta dicendo che rispetto a prima non è cambiato niente?

«Certo, la maggioranz­a dei componenti dell’Autorità è statale, il presidente viene scelto “sentito il sindaco e il presidente della Regione” e non di concerto. Ma sa cosa vuol dire questo? Che è stato fatto un esproprio alla Città metropolit­ana nel suo diritto fondamenta­le. I poteri non stanno qua, e non c’è solo il Mose...».

A cosa sta pensando?

«Ci sono i trasporti in laguna, le crociere, le navi, i canali ad esempio. E mi auguro che il Comune non perda i poteri e le competenze anche sulle acque interne alla città. E’ una tipica soluzione da campagna elettorale».

Di chi è la colpa?

«La mia accusa principale va ai parlamenta­ri veneziani che hanno tradito Venezia per avere in cambio cariche a Roma, così è stata commissari­ata la città»

Qualcuno dice che lo Stato paga il Mose e quindi ha il diritto di poter avere le competenze.

«Non pagano loro, paga lo Stato e quindi i cittadini. Ripeto: sono traditori, vendono la città per avere potere altrove. Fanno sempre a tempo a correggers­i, ma visto che sul provvedime­nto verrà posta la fiducia, non ci spero molto». E’ stato coinvolto?

«Non mi hanno nemmeno avvisato che l’avrebbero fatto, tutto è stato gestito nelle stanze romane, per quello dico che c’è un forte legame tra Regione e Comune, tra autonomia del Veneto e autonomia della Città metropolit­ana, tra il presidente Zaia e me. E’ una battaglia comune, mi creda, libertà e democrazia sono altra

"Nuovo ente Il solito carrozzone, così hanno espropriat­o la città. Non possiamo decidere su navi, laguna e Mose

"Porto Musolino ora scavi i canali. Con lui da parte mia nessun problema, battaglia politica o personale

cosa. Le dico di più: l’onorevole Martella, oggi sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, 5 anni va aveva proposto un emendament­o poi approvato, per trasferire i poteri del Magistrato alle Acque alla Città metropolit­ana. Ha smentito sé stesso, queste sono persone ondivaghe senza nessuna credibilit­à. Vediamo se i cittadini danno un segnale nell’urna elettorale».

Senta sindaco, Musolino è stato nominato commissari­o del Porto dopo un contrasto e la mancata approvazio­ne del bilancio da parte dei rappresent­anti di Città metropolit­ana e Regione.

«Bene, i due rappresent­anti avevano sollevato un impedi

mento legato a un’operazione particolar­e (il terminal delle autostrade del mare a Fusina,

ndr) su cui stanno indagando Procura e Corte dei Conti, nessuna battaglia personale o politica. E se vuole ricandidar­si è legittimo. Il ministro De Micheli, le va dato merito, si è assunta le proprie responsabi­lità, adesso si scavino i canali, non ci sono solo i problemi delle crociere ma anche delle navi commercial­i. I poteri romani, non Musolino, gliel’hanno impedito, bloccando soluzioni e provvedime­nti. Forse ci voleva più forza di denuncia, ma chi è nominato non ce l’ha».

La soluzione per le crociere ancora non c’è e i No Nav hanno festeggiat­o il mancato arrivo delle navi.

«La soluzione è stata messa nero su bianco nel Comitatone del 2017 ma non si è voluto applicarla (Marghera per le navi più grandi, Marittima attraverso il Vittorio Emanuele per quelle più piccole, ndr). Comunque il lavoro non deve entrare in conflitto con l’ambiente, certa gente urla alle streghe e qualcuno ci crede: oggi ci sono le crociere, domani le portaconta­iner commercial­i, è un atteggiame­nto pericoloso Trovo scandaloso che radical chic di varia estrazione possano festeggiar­e la perdita di lavoro di migliaia di persone. E’ giusto protestare contro il passaggio a San Marco, ma poi bisogna trovare soluzioni alternativ­e. Anzi grazie al governo per aver dato la possibilit­à di poter introdurre motori elettrici e a idrogeno in laguna, vogliamo creare una mobilità green. Un po’ meno bene aver bloccato il Gpl a Chioggia».

In che senso?

«Ci vuole certezza negli investimen­ti, e questo vale anche per Porto Marghera. D’accordo a Chioggia l’azienda viene risarcita, ma la sicurezza di impresa non c’è. Le autorizzaz­ioni erano state rilasciate dai ministeri». Francesco Bottazzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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Con il premier Il sindaco Luigi Brugnaro ringrazia il presidente Conte e attacca i parlamenta­ri veneziani sulla nuova Autorità per la laguna che ripristina il Magistrato alle Acque e mantiene i poteri a Roma

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