Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Movida, vigili con il megafono «Indossate la mascherina»
Panico social per il caso di un ragazzo tornato positivo dalla Sardegna
Venerdì sera una squadra di agenti della polizia locale veneziana ha cercato di tenere sotto controllo i ragazzi impegnati a divertirsi nei locali di Dorsoduro, passeggiando per ore tra i plateatici e ribadendo a più riprese di evitare raggruppamenti tra i clienti dei bar in piedi all’esterno con i bicchieri in mano; non sono stati multati neppure i tanti seduti sui gradini del ponte di San Pantalon, che scattavano sull’attenti al passaggio delle forze dell’ordine solo per tornare a sedersi pochi istanti dopo. Certo l’obiettivo era soprattutto quello di «fare informazione», ecco perché al megafono veniva ripetuto più volte di rivolgersi alle divise per qualsiasi dubbio, almeno fino alle due di notte quando i vigili restavano in circolazione. Poi, inevitabilmente, è toccato alla sicurezza dei locali far rispettare l’obbligo di distanziamento e di indossare le mascherine, anche a fronte di qualche protesta. A Mestre, complici le poche persone in circolazione, la serata è passata anche più tranquilla: i vigili hanno fatto sentire la loro voce amplificata da via Carducci a corte Legrenzi, senza la necessità di interventi particolari. Polizia locale, carabinieri e agenti dei commissariati hanno tenuto sotto controllo anche le strade e le piazze del resto del territorio provinciale, in particolare sorvegliando le zone balneari e turistiche, dove soprattutto i vigili sono sempre costretti a dividersi tra i compiti di polizia urbana e quelli di sostegno al traffico, tra incolonnamenti per il mare e incidenti più o meno gravi; nonostante questo un’attenzione particolare è stata riservata ad aree più problematiche, come il lungomare di Sottomarina o le piazze di Jesolo, dove ancora sono tanti i comportamenti a rischio
Anche nel territorio della città metropolitana il virus non dà tregua. Ieri sono stati individuati 11 nuovi casi e in parte si tratta di under 30, qualcuno tornato dalle ferie all’estero e non solo.
Proprio il caso di un ragazzo di Venezia ha sollevato un certo allarme tra i tanti ventenni che frequentano i locali dell’isola e organizzano feste ai Murazzi. Il giovane sarebbe rientrato domenica da una vacanza con altri amici in Sardegna e dopo due giorni, visto che nel luogo dove ha trascorso le ferie sono scoppiati vari focolai, ha deciso di sottoporsi a tampone: positivo. La notizia ha fatto il giro dell’isola perché il ragazzo che al ritorno dalle ferie stava bene, avrebbe frequentato alcuni locali le sere prima di fare il test e avere la risposta.
Che la ricostruzione di feste e serate e partite a pallone fosse vera o meno, il tam-tam tra i ragazzi si è gonfiato di ora in ora, fino a parlare di altre tre contagiati.
Un altro amico ha postato un messaggio sui social per dire che dopo alcun sintomi era stato sottoposto a tampone (risultato negativo, ma al secondo messaggio social).
L’Usl ha comunque attivato un’indagine epidemiologica per rintracciare i contatti più stretti e tutte le persone con le quali è entrato in contatto prima di sottoporsi al test e si raccomanda di non creare allarmismi.
Sulle chat è però partita la «caccia» a capire quali luoghi avesse frequentato prima di chiudersi in casa, tanto che uno di questi sulla sua pagina ufficiale, ha dovuto scrivere «non c’è nessun contagiato da covid nè abbiamo avuto clienti risultati positivi venuti nell’ultima settimana».
Nel complesso, nel Veneziano il virus continua a circolare: ieri sono stati scovati 11 nuovi casi che portano gli attualmente positivi a 263 (nell’ultima settimana ci sono stati 5 nuovi casi a Noale). Sono invece 12 le persone ricoverate. Nessun nuovo caso è stato registrato all’Antica Scuola dei Battuti dove gli ospiti positivi restano 39 (otto sono ricoverati) mentre sono 17 gli operatori contagiati.
Su Fb Un locale è stato costretto a dire su Fb di non avere malati