Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Casinò come Las Vegas: aperto no stop
Ampliamento a Ca’ Noghera. Brugnaro: presto un ristorante vip a Ca’ Vendramin
VENEZIA Luci visibili da via Triestina e l’esperimento del prossimo weekend, quando la casa da gioco resterà aperta h24 da venerdì a domenica. Il Casinò di Venezia guarda a Las Vegas e ieri ha inaugurato l’ampliamento della sede di terraferma a Ca’ Noghera. Il sindaco Luigi Brugnaro ne ha approfittato anche per annunciare che presto arriverà nella sede di Ca’ Vendramin Calergi a Venezia un ristorante vip con un importante gruppo internazionale.
MESTRE « Dovevimo fallire, no ti vedi? Alla faccia di chi non ci credeva», sorride il sindaco Luigi Brugnaro. Arriva alle 11.30 al Casinò di Ca’ Noghera e il nastro è già pronto. «A me non interessa tagliare nastri, ma mi hanno detto che si doveva...», aggiungerà poi. Perché da ieri la sede di terraferma della casa da gioco è decisamente più grande: 1400 metri quadri in più su tre livelli, compresa una grande terrazza all’aperto, grazie a 284 giorni di lavoro che hanno impiegato 300 persone e 50 ditte, con un investimento di 4,3 milioni di euro. Un ampliamento che porterà 68 slot machine (le nuovissime dedicate a 007) e 9 tavoli in più, ma anche – in tempi di Covid
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Il sindaco I conti 5 anni fa erano disastrati, qualcuno sperava che fallisse. Lo rilanciamo e non abbiamo perso un posto
– un passaggio da 625 a 900 clienti ammessi contemporaneamente. Senza dimenticare la torre luminosa che renderà più visibile da via Triestina la sede, che ormai c’è chi chiama «Las Nogheras».
E proprio per provare a fare come Las Vegas, dopo la festa di ieri sera per il 21esimo compleanno, il prossimo weekend (dal 28 al 30) ci sarà un esperimento inedito: da venerdì a domenica la casa da gioco sarà sempre aperta, anche di notte (di solito chiude alle 3). «L’ho voluto fortemente e c’era qualche resistenza - aggiunge Brugnaro - Magari un tassista che finisce il turno alle 5 di mattina, o chi torna dalla serata a Jesolo, potrà venire qui a bersi una birretta e, se vuole, giocare qualche soldo. Le discoteche sono chiuse, di notte non c’è niente di aperto, qui invece si può stare al sicuro dal Covid, in un contesto controllato». E’ servito l’accordo con i sindacati («hanno accettato la sfida», dice il sindaco), che però non nascondono qualche mugugno (c’è un turno contestatissimo dalle 3 mezza di mattina alle 10 e mezza) e sottolineano che a differenza della capitale Usa del gioco qui non c’è un albergo vicino. Né ci sarà, perché il maxi-progetto di una nuova sede nel Quadrante di Tessera è alle spalle. «Progetti fantasmagorici di qualcuno, noi ora invece pensiamo a mettere in utile questo Casinò e magari ad assumere qualche giovane - dice il sindaco - Se poi gli incassi dovessero aumentare di dieci volte in futuro o ci fosse qualcuno che vuole investire...».
In questi 5 anni la casa da gioco è stato uno dei punti critici per Ca’ Farsetti. «I conti erano disastrati, era a rischio fallimento e magari qualcuno lo voleva anche, per dire che non ce l’avevamo fatta - racconta - ma io e Michele (Zuin, assessore alle Partecipate, ndr), che di bilanci ne capiamo, abbiamo salvato i posti di lavoro, togliendo certi vantaggi esagerati». Il Comune negli ultimi due anni ha rinunciato a 15 milioni («mentre prima erano tutti qui a ciucciare soldi»). Quanto a Venezia, l’auspicio è di riuscire a riaprire prima possibile la sede. «Per ora ci saranno delle serate, non ancora aperture regolari - spiega il presidente Maurizio Salvalaio - Sicuramente un’occasione sarà la Mostra del Cinema». Brugnaro va oltre: «Si riaprirà di sicuro e presto ci sarà anche un grande ristorante vip al piano terra - rivela - sarà qualcosa di favoloso, con un gruppo privato importantissimo, stiamo facendo le gare». A fine 2019 il Casinò aveva infatti avviato una manifestazione d’interesse a cui aveva risposto un solo soggetto, con cui ora, dopo lo stop per il Covid, si sta chiudendo il contratto.
La campagna elettorale entra con qualche riferimento. Come a quel sottosegretario con delega ai giochi che non ha sbloccato la possibilità di fare pubblicità al Casinò, mentre invece Lotto e dintorni sono ovunque. «Indovinate chi era - dice, ben sapendo che si tratta del suo sfidante Pier Paolo Baretta - Così giochiamo con le mani legate». Lui, dice, tempo per fare la campagna elettorale non ce l’ha. «Qualcun altro la fa, noi cerchiamo di far aprire le scuole», conclude.