Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zecchi: il porto solo off-shore se scavano canali mi lego al Ducale
MESTRE «Nel caso di un secondo turno, a chi me lo chiederà dirò di andare a votare e astenersi». Parla così Stefano Zecchi, il filosofo in corsa per il vertice di Ca’ Farsetti con il Partito dei Veneti - che riunisce molte forze degli indipendentisti veneti – su un eventuale ballottaggio. La sua certezza è che potrebbe trovarsi a fare da ago della bilancia: un sondaggio commissionato dal Partito, assicura il professore, li dà come terza forza nello scontro tra Luigi
Brugnaro e Pier Paolo Baretta. Oltre a Zecchi, due volte consigliere comunale, tra i nomi in lista spiccano Pierangelo Del Zotto, già assessore al Bilancio della provincia di Venezia, Luigi
Frizzo, titolare della libreria «Acqua alta» vicino a Santa Maria Formosa, ma anche Franco Dei Rossi, tra i fondatori dell’associazione «Cittadini non distratti» e Lorenzo Greco, portavoce del gruppo «Viva San Marco». Denominatore comune la volontà di ottenere il riconoscimento di uno statuto speciale per Venezia. «La Legge speciale ha messo soldi là dove non dovevano andare – spiega Zecchi – la nostra è una scelta di campo precisa: una fiscalità propria connessa a un’autonomia amministrativa». In programma la valorizzazione della terraferma come «city» del centro storico, le politiche per la residenzialità a Venezia e l’ipotesi «offshore» per portare le navi fuori dalla laguna, perché «una volta che il Mose sarà chiuso, non entra più nessuno», commenta Zecchi, che poi ironizza sul canale Vittorio Emanuele: «Se qualcuno scava un canale mi incateno al Palazzo Ducale». Tra i punti anche il 5G: no al decreto del Governo che impedisce ai sindaci di bloccarlo, per difendere «la salute dei cittadini in attesa di pareri scientifici» (p.c.)