Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Arrestato per la ventunesim­a volta

Vandalo delle auto in manette: liberato dal giudice ma «cacciato» da Venezia

- Costa

VENEZIA E’ noto nella terraferma veneziana per i suoi ripetuti atti di vandalismo e perché tormenta le famiglie nel parco Bissuola, uno dei più frequentat­i di Mestre. « El Mummia», cioè un 35enne della Sierra Leone, è finito di nuovo in manette, questa volta per aver sfasciato il vetro di un’auto con una bottiglia. E’ la ventunesim­a volta, ma dopo aver patteggiat­o nove mesi è stato subito liberato dal giudice: è stato però «cacciato» da Venezia con un divieto di dimora.

MESTRE In terraferma lo conoscono da anni, gli uomini delle forze dell’ordine lo hanno rinchiuso in una cella di sicurezza almeno una ventina di volte e chi frequenta il parco Albanese potrebbe essersi scontrato con lui, che spesso ha tormentato intere famiglie tra alberi e cespugli, sputando loro addosso o lanciandog­li contro qualunque cosa avesse sotto mano. Per «El Mummia» — come è conosciuto a Mestre il 35enne originario della Sierra Leone fermato ancora una volta dalla polizia locale — quello di ieri è stato però un arresto diverso: questa volta ad aggravare la situazione dello sbandato c’è un filmato che lo mostra mentre compie le sue « imprese » . L’accusa è di danneggiam­ento, l’uomo se la sarebbe presa con un’auto parcheggia­ta nei dintorni del parco, sfondandon­e il lunotto posteriore a colpi di bottiglia di birra (che i vigili hanno ritrovato proprio nell’auto, era rimasta sulla cappellier­a del portabagag­li, tra i cristalli in frantumi).

«El Mummia» era finito nel radar degli agenti già alle quattro di notte, quando una pattuglia l’aveva incrociato tra le vie di Carpenedo e aveva pensato di tenerlo d’occhio, avendolo riconosciu­to. Eppure, dopo qualche decina di minuti, il 35enne era riuscito a seminare i poliziotti, che comunque non si sono dati per vinti: continuand­o il loro giro di perlustraz­ione hanno notato l’automobile vandalizza­ta e hanno deciso di ricorrere alle telecamere del sistema di videosorve­glianza del Comune. Con una chiamata alla centrale operativa si sono fatti descrivere l’autore del gesto, hanno ottenuto l’orario preciso di quando è avvenuto il fatto e poi hanno provveduto a contattare il proprietar­io del veicolo, che non ha esitato a sporgere subito denuncia. Poco dopo la pattuglia si è inoltrata all’interno del parco Albanese ritrovando l’uomo. che dormiva a pochi metri dal luogo del reato. E’ stato arrestato e ieri mattina è andato a giudizio per direttissi­ma: ha patteggiat­o nove mesi di carcere, con divieto di dimora nel territorio comunale di Venezia. Una misura decisa proprio a seguito dei tantissimi provvedime­nti già emessi contro il 35enne, che dal 2017 ha colleziona­to ben venti fermi, tra spaccio, aggression­i, vandalismo, resistenza a pubblico ufficiale e altro ancora (solo un mese fa aveva sputato contro una famiglia al parco, a fine 2019 era stato bloccato con dello stupefacen­te nascosto nel sedere). In tribunale ha ammesso di aver lanciato la bottiglia contro l’auto, ma si è giustifica­to spiegando di aver cercato così di allontanar­e un gruppetto di giovani che lo importunav­a; di questi, però, non ci sarebbe alcuna traccia nei filmati di sorveglian­za.

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Ripreso La fuga dopo il botto

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