Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caos Confartigi­anato su Mazzocca La rabbia di Marinese: patti a rischio

Il presidente, sfiduciato, si dimette: «Ferito nella dignità». In corsa il tandem Bottan-Martin

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VENEZIA E’ il secondo strappo in pochi mesi, dopo quello che aveva portato a un grande accordo di tutte le associazio­ni che fanno parte della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo «contro» Confcommer­cio e la possibilit­à di un nuovo mandato (il terzo) di Giuseppe Fedalto. Ma ora, proprio all’«ultimo miglio», quella Confartigi­anato che – con la «benedizion­e» di Confindust­ria e non solo – ha la grande possibilit­à di indicare la nuova guida dell’ente camerale, è nella bufera, dopo che i sette mandamenti hanno liquidato il presidente provincial­e Salvatore Mazzocca, che poi ha deciso di dimettersi. Domani il consiglio convocato in via straordina­ria nominerà il nuovo presidente, che sarà Siro Martin, attuale vice di Fedalto. Mentre per fine ottobre, quando verranno rinnovati i vertici dell’ente camerale (la scadenza era a luglio, ma c’è stata una proroga causa Covid), il presidente in pectore sarà Roberto Bottan, a capo della Cgia di Mestre.

Tutto tranquillo? Mica tanto. Perché la manovra che ha «fatto fuori» Mazzocca pare non essere piaciuta per niente a Vincenzo Marinese, presidente degli industrial­i, che con lui aveva firmato l’accordo, anche se ora più di qualcuno sottolinea che non era « ad personam » . Marinese non parla, ma chi lo conosce non nasconde che sarebbe arrabbiato per la brutta immagine uscita da questa vicenda e pronto a ripartire da zero, dando il suo appoggio solo dopo aver capito quale sarà il progetto del «nuovo corso». Anche Bottan e Martin non parlano e dunque resta solo Mazzocca, accusato però di aver sollevato un polverone evitabile. «Ma io mi sono sentito ferito nella mia dignità, ho una lunga storia alle spalle - dice Mazzocca, che domani non sarà in consiglio - Avrebbero potuto dirmelo, preannunci­armelo, invece di presentars­i in giunta con un documento sottoscrit­to da tutti. E quando ho dato le dimissioni mi aspettavo una discussion­e e invece nessuno ha detto nulla». A fine luglio, infatti, Mazzocca credeva di essere in pole position, dopo che lo stesso Bottan e il presidente di San Donà Nazzareno Ortoncelli avevano dato il loro benestare. Ora in realtà la versione è che quella lettera del 30 luglio sancisse solo un principio, ovvero che Confartigi­anato dovesse essere rappresent­ata ai massimi livelli, meglio se con il presidente. Ma gli altri mandamenti non erano d’accordo su Mazzocca, arrivato quattro anni fa alla guida degli artigiani in una fase in cui serviva una mediazione: allora ebbe l’unanimità, ma da allora le fronde non sono mancate e qualcuno l’ha sempre ritenuto un presidente «di transizion­e». «E comunque su di lui non c’era l’unanimità», racconta un dirigente di lungo corso. «Qualcuno dei mandamenti mi aveva detto che la mia candidatur­a non avrebbe tenuto conto dell’esperienza di Martin - conclude - ma questo accordo nemmeno, visto che lui guiderà l’associazio­ne».

Confcommer­cio per ora resta a guardare. Fedalto si è sfilato, ma l’associazio­ne non ha ancora digerito l’esclusione, anche perché è la più forte in una provincia incentrata sul turismo come quella di Venezia. «E poi in Veneto ci sono già tre Camere di Commercio a guida Confindust­ria (Verona, Vicenza e Padova, ndr) e Treviso-Belluno è di Confartigi­anato » , osserva Fedalto. Dunque i commercian­ti rischiano di restare a bocca asciutta. (a. zo.)

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Amareggiat­o L’ormai ex presidente di Confartigi­anato Salvatore Mazzocca

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