Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Baretta: sì offshore crociere a Marghera Bazzaro: adeguare la conca per le navi
Sul futuro più lontano delle crociere resta vago: «In tempi brevi va individuata la migliore soluzione compatibile con la laguna». Ma Pier Paolo Baretta ieri ha precisato meglio quello che, da candidato sindaco del centrosinistra, si immagina per il Porto: «Va escluso lo scavo di nuovi canali, compreso il Vittorio Emanuele - dice Baretta - La soluzione transitoria sono gli approdi diffusi tra San Leonardo, Fusina e Marghera». San Leonardo e Fusina in realtà sono stati messi da parte da Vtp, che sta lavorando su Canale nord, Tiv e Vecon. Baretta rilancia poi l’ipotesi di un terminal container offshore: «Ci saranno sempre più imbarcazioni che non potranno accedere in laguna», sottolinea.
Domani alle 11, a Punta della Dogana, si terrà la grande manifestazione con tutti gli operatori portuali. E il Porto sta sempre più entrando nella campagna elettorale. Baretta invita il suo rivale Luigi Brugnaro – che sarà in prima linea con l’assessore Simone Venturini – a non strumentalizzarla: la linea del sindaco è sempre quella del Comitatone 2017, ovvero sponda nord per le più grandi e Marittima per le medie attraverso il Vittorio Emanuele. Quest’ultimo bocciato anche da Ugo Bergamo (Venezia è tua), Luigi Giordani (Psi), Alessandro Maggioni (Italia Viva) e Michele Scibelli (Più Europa): «Stiamo con i lavoratori del porto senza se e senza ma - dicono - Dobbiamo garantire il pieno ritorno alla operatività della crocieristica a Venezia nella prossima stagione». Ma domani ci sarà anche la Lega a Punta della Dogana. «E’ in atto un disegno per uccidere il porto, che rischia di costare 21 mila posti di lavoro - dice il deputato Alex Bazzaro, capolista del Carroccio alle comunali - Occorre subito adeguare la conca di navigazione di Malamocco e predisporre una cabina di regia per gestire il Mose tenendo conto delle esigenze del Porto e garantendo tempi e regole certe alle compagnie». «E’ gravissimo illudere i lavoratori - sostiene invece Giovanni Andrea Martini, presidente della Municipalità di Venezia e candidato sindaco con una sua lista - Le navi non arrivano a Venezia per la pandemia, al di là della volontà delle compagnie. La colpa è non aver pensato a un’alternativa al gigantismo navale. Serve invece un porto esterno e un limite alle dimensioni delle navi». Gli operatori, però, sono sempre più preoccupati: «Chiediamo la stessa compattezza che ha portato alla ricostruzione del ponte di Genova - dice Vladimiro Tommasini, presidente dei Portabagagli - servono le soluzioni».