Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mostra, controll room in tutta Italia per gestire mascherine e terrorismo
Verifiche più serrate ai varchi: nella cittadella tutti hanno il viso coperto
VENEZIA «Questa è la prima manifestazione di livello internazionale a non essere stata cancellata, l’attenzione deve essere altissima in ogni senso, per contenere il rischio contagio, ma non possiamo neanche abbassare la guardia per i pericoli del terrorismo».
Maurizio Masciopinto, questore di Venezia, sa bene che per dieci giorni gli occhi del mondo sono puntati sulla città, più del solito se possibile. La macchina della sicurezza quest’anno è molto complessa: è salita l’allerta covid con l’obbligo delle mascherine, ma non è mai scesa quella del terrorismo con la necessità di poter riconoscere anche a distanza con le telecamere i volti di tutti.
Un’area ristretta, rispetto agli anni passati, posti in sala limitati e un numero ridotto di accrediti, sono tutti fattori che possono facilitare i controlli delle forze dell’ordine. Ma c’è il rovescio nella medaglia: dentro le transenne della cittadella del cinema la mascherina sarà sempre obbligatoria, anche all’aria aperta, e questo di certo non aiuta l’identificazione dei presenti. «Per questo le verifiche in fase di accesso devono essere rigorose - spiega Masciopinto - Abbiamo potenziato la presenza di agenti a tutti i varchi, in modo di assicurarci sempre che all’interno della cittadella ci siano solo persone autorizzate». Ieri si sono viste le prime code e il motivo è questo. Gli accessi sono stati resi più controllati anche dalla Biennale, che per ragioni sanitarie ha piazzato scanner per la temperatura e termometri a infrarossi in ciascuna entrata della cittadella. « Dobbiamo ringraziare in questo senso il direttore Barbera, che non ha badato a spese, così come il prefetto e tutte le forze dell’ordine: la massima collaborazione è essenziale, anche con le strutture sanitarie, che quest’anno sono diventate una presenza fissa ai nostri tavoli, aiutandoci moltissimo». Il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha inviato a Venezia 120 agenti di rinforzo, fissi al Lido, a cui ogni giorno si aggiungono un’altra cinquantina di uomini dei reparti mobili. Come gli anni scorsi molti saranno in borghese all’interno dell’area della Mostra, arrivando dove non possono le telecamere. La videosorveglianza è però strettissima, si appoggia sulla rete di telecamere - e per questo viene schierato personale della questura anche nella sala di controllo della polizia locale, al Tronchetto - e può contare su una seconda stanza comando proprio al Lido. «Per evitare gli assembramenti, però, i reparti specializzati come polizia postale e Interpol non saranno presenti fisicamente, sfrutteranno le loro control room nazionali e saranno costantemente collegati con noi».
Il telelavoro ai tempi del Covid, insomma, riguarda anche le forze dell’ordine.
I giorni più complessi saranno quelli del fine settimana con la Mostra, il Campiello in piazza San Marco e poi, domenica, la Regata. «Siamo molto soddisfatti delle ordinanze comunali: le mascherine per tutte le persone in riva, in barca, il distanziamento tra i posti a sedere sulla “macchina”, sono importanti», dice Masciopinto. Resta il nodo delle manifestazioni di protesta: vietate durante la mostra, vengono comunque rilanciate dai gruppi che mercoledì si preparano a sfilare comunque in difesa dei lavoratori dello spettacolo.
"Questore Anche la polizia deve evitare gli assembramenti dei suoi uomini, alcuni reparti lavorano a distanza