Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Nubifragio sulla città allagati Civile e chiese Al Casinò del Lido fuggi-fuggi dal palazzo
Caduti 91 mm di pioggia in meno di un’ora. Polemiche
Tempesta, grandine, un’ora di nubifragio ininterrotto che ha riportato Venezia e il Lido alle immagini del 12 novembre: campi e calli allagate, allagati i corridoi dell’ospedale Civile, danni in alcuni alberghi storici, nelle chiese e al palazzo del Casinò del Lido dove l’acqua ha continuato a scendere dal tetto, lungo i muri e le scale fino a sera, con decine di commercianti impegnati tutta la mattina ad asciugare i negozi e molti cittadini a liberare scantinati e garage.
Il nubifragio ha colpito solo il centro storico e il Lido, in due momenti ravvicinati. Prima intorno alle 7.30 e poi poco prima delle 9. I rilevatori del Centro maree hanno registrato 91,6 millimetri di pioggia in appena un’ora e mezza (la media di settembre parla di 110 millimetri in 30 giorni), mentre i sensori Arpav di Cavallino - validi per il bacino lagunare, ma stavolta troppo lontani dalla cella temporalesca localizzata - si fermavano appena a 30 millimetri. L’immagine più esplicita a metà mattina è stata quella del ponte della libertà: mezzo bagnato verso Venezia e mezzo asciutto.
Al Lido - dove si parla di oltre 100 millimetri, in meno di un’ora - le strade si sono subito trasformate in enormi pozzanghere, i garage e le rimesse si sono allagati e le scalinate del palazzo del Casinò sono diventate scivoli ad acqua: i problemi del tetto sono noti dal 2010, ma ieri sono apparsi evidenti in tutta la loro gravità, aspettando l’intervento massiccio di restauro a lungo promesso; sono arrivati i vigili del fuoco, ma prima e dopo di loro secchi e bacinelle cercavano di arginare le perdite dai soffitti, fino a sera, nel fuggi fuggi mattutino di chi era dentro. Se le proiezioni non sono saltate, i disguidi hanno riguardato soprattutto le sale stampa, finite a mollo.
In centro storico l’acqua ha invaso campo Santa Margherita, campo San Polo e un’infinità di corti e campielli; il vento ha avuto la meglio su tantissimi comignoli e a San Marco ha fatto affondare almeno cinque gondole, tra gli stazi del Molo e San Zaccaria.
All’ospedale Civile i camminamenti e gli androni al pianoterra si sono allagati e un albero è crollato in cortile. Colpa della grandine che, intasando grondaie e caditoie, ha impedito il deflusso della pioggia. In poco tempo i vigili del fuoco sono stati tempestati di richieste d’aiuto. A San Francesco della Vigna le pompe aspiratrici non hanno retto e l’intero convento è finito sotto acqua; il temporale non ha risparmiato neanche la Basilica di San Marco: come spiegato dal primo procuratore Carlo Alberto Tesserin, la pioggia è entrata nel nartece scavallando la piazza, a causa della marea impropria di questi giorni che rimane sopra la media. I cortili interni della basilica si sono riempiti d’acqua e sono state attivate tutte le pompe, cinque o sei nella cripta, nel corridoio interno e nel cortile, e tutto il personale - una trentina di addetti - è stato impiegato per asciugare, ripulire e per scolmare, visto che non si riusciva a smaltire tutta l’acqua dalle forine. La Basilica dei Frari ha visto l’allagamento del chiostro della Trinità, nell’archivio di Stato, ha riferito padre Sergio. Qualche chiazza d’acqua anche nella sala del Capitolo, senza gravi conseguenze e in patronato.
La parte di città più colpita è stato il Lido, dove molti commercianti si sono ritrovati i negozi allagati. « Sembrava di essere tornati al 12 novembre», hanno detto. «E’ la dimostrazione della scarsa pulizia della rete dei tombini», tuona l’avvocato (e candidato) Mario D’Elia. «Il coraggio del fare — ironizza il candidato sindaco Andrea Martini — e dire che molte strade del Lido sono appena state asfaltate per fini elettorali».