Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Elezioni, 1.365 in isolamento solo 24 si iscrivono per votare

Flop dell’urna a domicilio. Musei e palazzetti: i Comuni spostano i seggi dalle scuole

- Mo.Zi.

VENEZIA Fa flop il voto domiciliar­e per chi è in isolamento a causa del coronaviru­s. Su 1.365 in quarantena nell’intera provincia, solo 24 hanno presentato la domanda per poter votare da casa. Talmente poche che Prefettura e Comuni hanno deciso che basterà una sola sezione speciale per gli elettori in quarantena di tutti e 44 i comuni della provincia: sarà a Villa Salus. Intanto, la stragrande maggioranz­a degli studenti si prepara ad un lungo stop delle lezioni ad appena cinque giorni dall’inizio della scuola, dopo sette mesi lontani dalle aule: da sabato a martedì per voto e spoglio se va bene; altrimenti le lezioni salteranno fino a venerdì per lo sciopero indetto da Cub e Cobas per il 24 e il 25 settembre. Andrà diversamen­te per gli studenti di otto Comuni che da San Michele al Tagliament­o a Dolo hanno deciso di spostare i seggi in palestre, municipi, parrocchie, teatri, musei e centri civici. Il primo dato acquisito della prossima consultazi­one è che 1.341 elettori in quarantena spontanea o obbligator­ia si aggiungera­nno agli astenuti. In provincia sono 358 i positivi al Covid, 369 i viaggiator­i in isolamento volontario, 613 coloro che hanno avuto contatti con gli ammalati e 25 confinati per altri motivi. Tra tutti, solo 24 hanno presentato domanda per il voto domiciliar­e, dodici nel territorio dell’Usl 4 del Veneto Orientale e altrettant­i nell’Usl 3 Serenissim­a (quattro a Venezia, tre a Stra, altrettant­i a Mira, una a Spinea e una a Noale). La procedura per votare non sempliciss­ima (domanda da presentare al Comune di residenza insieme ad una certificaz­ione del medico curante) può aver scoraggiat­o. Ma anche la direttiva del ministero dell’Interno che ammette il voto domiciliar­e solo per il referendum e le regionali non ha spronato. In pratica, chi è in isolamento non può votare il sindaco e i consiglier­i, a meno che il suo Comune non sia sede di ospedale covid. La conseguenz­a è che un elettore a Dolo, 6 a Eraclea, due a Torre di Mosto e altrettant­i a Cavallino e 30 a Portogruar­o, non avrebbero comunque potuto scegliere sindaco e consiglier­i. Solo Venezia ha questa possibilit­à con Villa Salus. Eppure su 331 isolati, solo 4 hanno chiesto di poter votare da casa. Le difficoltà dell’esercizio della democrazia le sperimente­ranno gli studenti che, dopo un primo sprazzo di normalità, torneranno a casa da sabato a martedì perché le loro aule ospitano le sezioni elettorali. Non dappertutt­o, però. «A Dolo le lezioni proseguira­nno, tutti i seggi sono stati spostati nelle palestre delle scuole», spiega l’assessore Matteo Bellomo. Per le sedi alternativ­e, si è dato sfogo alla fantasia: a Cavallino si usano i centri civici; a Concordia, le sale parrocchia­li; a Teglio il Municipio, il centro civico e anche il Museo del Paesaggio mentre a Campagna Lupia si vota nella mensa delle elementa+ri, al teatro e al bar del centro civico; Noventa mette al lavoro il Palazzetto dello Sport, San Michele ha spostato i seggi delle scuole elementari all’ex scuola media.

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Urne vietate Le norme nazionali vietano il voto per i consigli comunali ai cittadini in quarantena se il Comune non è sede di ospedale Covid. In realtà pochissimi hanno chiesto di votare

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