Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Canale Vittorio Emanuele Il Porto dice no Ricorso di Vtp

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Il Tar gli aveva già imposto di rispondere alla richiesta di Vtp di poter effettuare i carotaggi nel canale Vittorio Emanuele, propedeuti­ci alla proposta di project financing per far arrivare le grandi navi da crociera all’attuale Marittima attraverso il canale dei Petroli e non più da quello della Giudecca. Ma Pino Musolino, ora nelle vesti di commissari­o dell’Autorità di sistema portuale, lo scorso 8 luglio ha di nuovo detto no alla società che gestisce il terminal, ritenendo che quell’iniziativa spetti all’ente da lui guidato. Lo scorso 4 settembre Vtp ha così depositato un nuovo ricorso al tribunale amministra­tivo regionale, chiedendo che quel diniego venga annullato. Tra gli atti portati di fronte ai giudici, peraltro, ce n’è uno nuovo, ottenuto proprio nelle scorse settimane: ovvero l’autorizzaz­ione ricevuta anche dal Provvedito­rato alle opere pubbliche per quell’iniziativa, per la quale Vtp ritiene di poter utilizzare le attuali normative italiane ed europee, senza attendere l’approvazio­ne del nuovo protocollo fanghi.

Vtp già da anni lavora a un’ipotesi di finanza di progetto, con un investimen­to di circa 60 milioni per rendere navigabile il canale Vittorio Emanuele, ora interrato. Soluzione che anche Clia, l’associazio­ne delle compagnie, aveva «sposato» pubblicame­nte tre anni fa. In realtà ora quell’ipotesi pare sempre meno praticabil­e, visto che il governo attuale non vuol sentire parlare di nuovi scavi. Martedì il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha parlato apertament­e di volere una soluzione definitiva che sia «off-shore», cioè fuori dalla laguna. (a. zo.)

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