Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«L’autonomia il nostro futuro, ho già pronti grandi progetti»
Il governatore uscente verso il terzo mandato: «Ma temo l’astensione» La sfida con Salvini, l’ipotesi premier, e quell’insonnia «da responsabilità»
«Dopo aver rivoluzionato la sanità, i prossimi 5 anni saranno quelli in cui porteremo a compimento l’autonomia. Ho molte idee per il futuro, anche per i grandi eventi. I critici? Gente abituata a stare sugli spalti». Il presidente della Regione Luca Zaia è l’uomo da battere: si ripresenta per il terzo mandato.
«Siamo carichi, abbiamo ancora molte cose da fare e le idee in testa sono tante. Non passeremo i prossimi cinque anni adagiati sui risultati degli ultimi dieci».
Il messaggio - che guarda già al 22 settembre - Luca Zaia l’ha cristallizzato nello slogan che campeggia su bus e manifesti: «L’impegno continua». Il presidente uscente si ricandida per il terzo mandato e a chi gli chiede dei sondaggi bulgari replica scaramantico: «Le elezioni si vincono una volta chiuse le urne. Qui c’è un decimo candidato, insidioso: l’astensione».
Salvini le chiede non di vincere ma di stravincere. Le aspettative nei suoi confronti sono enormi.
«L’elezione diretta del presidente di Regione somiglia sempre più a quella di un “grande sindaco”. Spero di avere un consenso forte perché maggiore è il consenso, maggiore è la legittimazione nell’azione di governo. Se questa è solida, è più facile prendere decisioni difficili».
Aumenta pure la responsabilità.
«Quella la sento sempre, a prescindere da voti e sondaggi. Non è facile dormire sapendo che dalle tue scelte dipende la salute di 5 milioni di persone».
Si estranei per un momento dalla lotta: secondo lei fa bene ad una Regione avere lo stesso presidente per 15 anni, dominante in consiglio, con alle spalle un partito egemone sul territorio?
«Beh, pare che lei parli di una dittatura e non mi pare questo il caso. Ho sempre detto, e lo ribadisco, che un’opposizione performante aiuta la maggioranza ad amministrare meglio e dalle dichiarazioni che vedo in giro mi pare che chi si presenta contro di noi sia bello tosto. Poi ovviamente c’è il popolo che vota, è la democrazia».
L’autonomia è uno dei terreni di battaglia: la accusano
«Alle critiche rispondo con i fatti: il referendum, il lavoro dei tavoli a Roma, la stesura delle bozze d’intesa, la legge quadro. Fa sorridere ricevere lezioni da chi provò ad impedire ai veneti di votare, impugnando alla Corte costituzionale la legge referendaria. Noi siamo riusciti ad imporre l’autonomia al centro dell’agenda politica e all’attenzione del Quirinale. Prima eravamo la periferia dell’impero».
Scripta manent: l’autonomia sarà cosa fatta per il 2025?
«Il lavoro ormai è giunto a compimento e noi siamo pronti a firmare. Nel 2025 il Veneto non sarà quello che vediamo oggi: la rivoluzione tecnologica e digitale cambierà profondamente la nostra regione sul piano economico e sociale e l’autonomia è la chiave per affrontare le nuove sfide».
Le riporto una critica dei suoi avversari sul punto: Zaia non ha visione.
«Lo sento ripetere da anni, è la solita litania dei leghisti che non pensano in grande, del Veneto “gigante economico e nano politico”. Anche qui, rispondo con i fatti: riforma della sanità, un’autentica rivoluzione che ci sta premiando, piano dei trasporti, legge contro il consumo del suolo, Olimpiadi di Cortina, colline del Prosecco Unesco, sblocco della Pedemontana. Chissà, magari è per questo che chi critica non scende mai nel concreto, limitandosi ad accuse generiche».
Su multiutilities e banche popolari la Regione non poteva fare di più?
«Giudicare dagli spalti è facile ma ricordo che in Italia se si vogliono fare le famose “regie” si deve disporre delle relative competenze. È una questione giuridica, non politica. Mi spiego: se non hai le quote, se non sei socio, finisce che se ti occupi di certe faccende qualcuno te ne chiede conto e finisci nei guai. Io sono sempre stato rispettoso dei ruoli e la storia mi ha dato ragione».
Gli indicatori dicono che il gap con Lombardia ed Emilia Romagna aumenta e la fuga dei laureati è un fenomeno rilevante.
«Non condivido affatto la narrazione secondo cui in Veneto va tutto male, l’economia non traina più, il turismo è al collasso, i giovani scappano. La mobilità dei ragazzi è un fenomeno internazionale, non veneto, perché sono cambiati i giovani, molto più propensi a viaggiare, ed è cambiato il contesto: oggi si va a Londra con 100 euro, io ci sono andato con un milione e mezzo di lire. Non è vero che il Veneto è poco attrattivo: Emilia Romagna e Lombardia hanno lo stesso problema perché è il SistemaPaese che scoraggia i giovani: tanti se ne vanno perché qui non riescono a fare impresa, non raggiungono posizioni apicali in azienda, ci impiegano il doppio del tempo dei loro coetanei per prendere un bisturi in mano. E mi lasci dire un’ultima cosa: vorrei più rispetto per i tanti ragazzi che restano qui e fanno grandi cose».
Quali sono le priorità al capitolo infrastrutture?
«Più che inventarne di nuove, realizzeremo quelle promesse: Via del Mare, Sr 10. Per fine anno sarà asfaltata la Pedemontana, con l’unica eccezione della galleria di Malo».
La Pedemontana è al centro di forti critiche.
«È un cantiere che ho ereditato. L’idea è dei primi anni Novanta, il progetto risale al 2002, la gara è del 2006, l’aggiudicazione è stata fatta da un tribunale, nel 2009 sono iniziati i lavori. È un’opera figlia di un’altra epoca, piena di problemi che abbiamo dovuto risolvere. A fare gli esperti del giorno dopo sono bravi tutti».
Inseguirà altri grandi eventi dopo i Giochi?
«Ho idee forti ed importanti, ma non voglio anticiparle».
Ci riproviamo il 22 settembre. Sulla sanità ci saranno nuovi interventi?
«Al momento non sono previsti ma è una macchina in continua evoluzione e fare meglio non solo si può, si deve. L’evoluzione tecnologica in questo settore ha una velocità pazzesca. Useremo il Recovery Fund per investire sull’edilizia ospedaliera, in cima alla lista c’è il nuovo ospedale di Padova».
Insisterà nel non applicare l’addizionale Irpef?
«Finché sarà possibile, sì. Siamo l’unica regione in Italia che non applica tasse per 1 miliardo 179 milioni».
È vero che se ne andrà anzitempo? Zaia premier? «Assolutamente no»
Zaia segretario della Lega? «Assolutamente no».
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I ritardi della riforma
Siamo riusciti ad imporre l’autonomia al centro dell’agenda politica e all’attenzione del Quirinale. Prima eravamo la periferia dell’impero "
La fuga dei laureati
Non è il Veneto ad essere poco attrattivo ma il Sistema-Paese a scoraggiare i giovani. Che comunque oggi si muovono molto più di un tempo