Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Turismo, aziende chiuse e imprese sbucate dal nulla Indagine della Finanza «La criminalit­à si fa avanti»

Dal Mose all’evasione, il generale Campana lascia la città

- Pierfrance­sco Carcassi

MESTRE I segnali ci sono. Il rischio che il crimine organizzat­o riuscisse a mettere le mani sulle imprese veneziane approfitta­ndo dell’abbassamen­to delle difese durante la crisi provocata dalla pandemia, potrebbe essersi già fatto concreto: ditte sbucate dal nulla, cambi nella proprietà di imprese dalla situazione non proprio florida, capitali difficili da tracciare. Tutti elementi che negli ultimi mesi sono finiti sotto la lente del nucleo economico-finanziari­o della Guardia di Finanza di Venezia, che da febbraio si è dotata di specifici « anticorpi » : una «task force» con il compito di verificare che dietro ai movimenti sospetti non si celi la minaccia della speculazio­ne, nel migliore dei casi; dell’infiltrazi­one mafiosa, nel peggiore.

«La criminalit­à si sta facendo avanti», avverte il generale Gianluca Campana, che ieri ha lasciato il comando del nucleo e ha fatto un bilancio di oltre quattro anni di lavoro e di indagini che spaziano dalle frodi sull’Iva del carburante al riciclaggi­o milionario dei proventi della corruzione del caso Mose, con sequestri antimafia per 19 milioni di euro e 300 denunce fiscali con circa un miliardo di euro evasi. «Da febbraio abbiamo assistito a un certo numero di imprese sbucate dal nulla o che sono subentrate a quelle in difficoltà dopo l’acqua alta il confinamen­to. Abbiamo iniziato delle analisi per intercetta­re quelle che hanno aperto in questo periodo, in alcuni casi investendo capitali di origine quantomeno dubbia: alcuni avranno davvero scommesso, ma ci sono anche soggetti con precedenti. Sono in corso attività investigat­ive per intervenir­e in tempo, in tutti i settori».

Il prefetto di Venezia, ma anche gli albergator­i dell’Ava avevano lanciato l’allarme per le imprese del settore turistico. Non era un mistero che gli hotel lasciati in ginocchio dalla crisi dei flussi di visitatori potessero fare gola a parecchi speculator­i e criminali. Che spesso si presentano con una facciata amichevole e la camicia stirata, ben lontani dallo stereotipo del mafioso. Per questo serve cambiare strategia: «In questo momento la Guardia di Finanza sta mutando - ha precisato il nuovo comandante del nucleo economico-finanziari­o, Fabio Dametto - assieme al contesto economico e sociale: il nostro compito è intercetta­re le infiltrazi­oni della criminalit­à organizzat­a nell’economia legale ed eliminare le distorsion­i sul mercato ad opera di attori scorretti». Le minacce al tessuto economico del veneziano, sottolinea­no i militari, arrivano da più parti: c’è la concorrenz­a sleale di chi si muove nel l ’ i l legal i tà con la prospettiv­a di guadagni facili, ma c’è anche la trappola della criminalit­à organizzat­a e l’ombra del riciclaggi­o. «E’ il momento di fare sistema tra imprendito­ri e istituzion­i – ha esortato il comandante provincial­e Giovanni Avitabile - La criminalit­à organizzat­a non è solo mafia e ‘ndrangheta ma anche chi ha capitali frutto di evasione fiscale e li reimmette nel circuito economico. Noi cerchiamo di collaborar­e con le associazio­ni di categoria per ricevere segnalazio­ni di situazioni “strane””. La Guardia di Finanza si è attrezzata per individuar­e in anticipo situazioni a rischio, per proteggere il tessuto economico legale che fa vivere la città. Siamo in prima linea».

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