Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Turismo, aziende chiuse e imprese sbucate dal nulla Indagine della Finanza «La criminalità si fa avanti»
Dal Mose all’evasione, il generale Campana lascia la città
MESTRE I segnali ci sono. Il rischio che il crimine organizzato riuscisse a mettere le mani sulle imprese veneziane approfittando dell’abbassamento delle difese durante la crisi provocata dalla pandemia, potrebbe essersi già fatto concreto: ditte sbucate dal nulla, cambi nella proprietà di imprese dalla situazione non proprio florida, capitali difficili da tracciare. Tutti elementi che negli ultimi mesi sono finiti sotto la lente del nucleo economico-finanziario della Guardia di Finanza di Venezia, che da febbraio si è dotata di specifici « anticorpi » : una «task force» con il compito di verificare che dietro ai movimenti sospetti non si celi la minaccia della speculazione, nel migliore dei casi; dell’infiltrazione mafiosa, nel peggiore.
«La criminalità si sta facendo avanti», avverte il generale Gianluca Campana, che ieri ha lasciato il comando del nucleo e ha fatto un bilancio di oltre quattro anni di lavoro e di indagini che spaziano dalle frodi sull’Iva del carburante al riciclaggio milionario dei proventi della corruzione del caso Mose, con sequestri antimafia per 19 milioni di euro e 300 denunce fiscali con circa un miliardo di euro evasi. «Da febbraio abbiamo assistito a un certo numero di imprese sbucate dal nulla o che sono subentrate a quelle in difficoltà dopo l’acqua alta il confinamento. Abbiamo iniziato delle analisi per intercettare quelle che hanno aperto in questo periodo, in alcuni casi investendo capitali di origine quantomeno dubbia: alcuni avranno davvero scommesso, ma ci sono anche soggetti con precedenti. Sono in corso attività investigative per intervenire in tempo, in tutti i settori».
Il prefetto di Venezia, ma anche gli albergatori dell’Ava avevano lanciato l’allarme per le imprese del settore turistico. Non era un mistero che gli hotel lasciati in ginocchio dalla crisi dei flussi di visitatori potessero fare gola a parecchi speculatori e criminali. Che spesso si presentano con una facciata amichevole e la camicia stirata, ben lontani dallo stereotipo del mafioso. Per questo serve cambiare strategia: «In questo momento la Guardia di Finanza sta mutando - ha precisato il nuovo comandante del nucleo economico-finanziario, Fabio Dametto - assieme al contesto economico e sociale: il nostro compito è intercettare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale ed eliminare le distorsioni sul mercato ad opera di attori scorretti». Le minacce al tessuto economico del veneziano, sottolineano i militari, arrivano da più parti: c’è la concorrenza sleale di chi si muove nel l ’ i l legal i tà con la prospettiva di guadagni facili, ma c’è anche la trappola della criminalità organizzata e l’ombra del riciclaggio. «E’ il momento di fare sistema tra imprenditori e istituzioni – ha esortato il comandante provinciale Giovanni Avitabile - La criminalità organizzata non è solo mafia e ‘ndrangheta ma anche chi ha capitali frutto di evasione fiscale e li reimmette nel circuito economico. Noi cerchiamo di collaborare con le associazioni di categoria per ricevere segnalazioni di situazioni “strane””. La Guardia di Finanza si è attrezzata per individuare in anticipo situazioni a rischio, per proteggere il tessuto economico legale che fa vivere la città. Siamo in prima linea».