Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Juric e spirito Hellas Si riparte così per sognare
I gialloblù, sotto la guida del tecnico di Spalato vogliono ripetere la brillante stagione scorsa «Cassa» con i gioielli ma il telaio rimane solido
Il secondo anno di «governo» di Ivan Juric si apre con un interrogativo inevitabile: l’Hellas può ripetere il grande campionato scorso?
È un Verona diverso, quello che debutta con la Roma al Bentegodi. Ci sono stati diversi cambiamenti e altri ce ne saranno, di qui alla fine del mercato. Resta l’impronta di una squadra che ha mantenuto il nucleo di base della passata stagione, un impianto stabile formato da un gruppo di giocatori di totale affidabilità. In porta Marco Silvestri, che ha prolungato il contratto con l’Hellas e, davanti a lui, con Marash Kumbulla ceduto alla Roma nella lunga volata tra big italiane e europee (tra gli altri Inter, Lazio e Tottenham), è rimasto Koray Gunter, riscattato dal Genoa. A centrocampo la conferma di Miguel Veloso, il portoghese che a Verona si è rigenerato, sulle fasce corrono Davide Faraoni, a destra e Darko Lazovic, a sinistra. Con Mattia Zaccagni perno sulla trequarti l’attacco è retto, al momento, da Samuel Di Carmine. Evidente che ci dovranno essere ulteriori interventi ma intanto l’Hellas ha aggiunto all’organico Mert Cetin e Giangiacomo Magnani in difesa, Kevin Ruegg come laterale, Adrien Tameze e Marco Benassi in mezzo, oltre a Ivor Pandur come vice di Silvestri.
Un Verona che ha investito e fatto cassa con cessioni eccellenti, definite a gennaio e posposte all’estate: Rrahmani al Napoli per 15 milioni, la Fiorentina ne ha sborsati 22 per Amrabat. Ora i 30 per Kumbulla. L’Hellas che non smette di dialogare con l’Atalanta per riavere in prestito Matteo Pessina, out sicuro fino a metà ottobre per infortunio, e tesse la tela in ogni direzione per soddisfare le richieste di Juric. L’incognita è legata alle scadenze dettate dal campo. Non si può aspettare granché, si fa subito sul serio e i punti pesano. Così, ecco le parole del presidente Maurizio Setti, che chiarisce la situazione: «Questo calciomercato è particolare e complesso, insieme al direttore sportivo Tony D’Amico ci stiamo muovendo con consapevolezza e gli innesti già effettuati sono profili interessanti che volevamo fortemente. Sappiamo molto bene quello che vogliamo fare: completare, con la pazienza che impone questa sessione così anomala, l’importante zoccolo duro che ci ha dato grandi soddisfazioni la scorsa stagione».
D’Amico, già. Il ds macina chilometri e fa «fondere» la batteria del telefono, mai una sosta nella costruzione del prossimo Verona. Quello che c’è ora sarà ritoccato, il filo comune è dato dall’intesa tra lo stesso D’Amico e Juric, il ticket che Setti ha messo al sicuro, con il doppio prolungamento del rapporto. L’Hellas con loro fino al 2023. Adesso si comincia. Dopo la Roma ancora una partita in casa, con l’Udinese. Senza pubblico, con gli stadi ancora chiusi. Mancherà la spinta dei tifosi, come già dopo il lockdown. Non è un deficit di poco conto, ma il Verona di Juric è nato per lottare e non si arrende. Proprio con questo spirito («Spirito Hellas», sottolinea di frequente Juric) riparte per la stagione che arriva al calcio d’inizio in queste ore.