Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La vicenda
● Nel decreto Agosto è stata inserita l’Autorità per la laguna di Venezia
● Al Senato sono stati presentati 17 emendamenti chiaro che c’è un problema occupazionale, ma serve più trasparenza - dice Vanin - Quanto al presidente, per un incarico di questo genere servono competenze tecniche, non certo politiche».
Discussa anche la composizione del comitato di gestione e del comitato di esperti: in quest’ultimo, ora composto da 6 persone, i senatori M5s vorrebbero inserire anche un settimo membro nominato dall’Autorità di bacino, mentre Forza Italia uno indicato dalla Città metropolitana. Sempre Forza Italia vorrebbe invece un totale ribaltamento dei rapporti di forza nel comitato di gestione (i cui pareri diventerebbero «vincolanti»), affiancando ai 4 membri ministeriali non più 3 locali, ma addirittura 5: due (uno in più di ora) per la Regione, uno per Ca’ Corner, uno per Ca’ Farsetti e uno in più nominato dai comuni di gronda. Gli azzurri inoltre puntano a neutralizzare il «no» al Gpl inserendo la frase «fatte salve le aree industriali di Porto Marghera» alla parte che vieta i depositi nei siti Unesco.
Italia Viva ha presentato una serie di emendamenti che danno all’Autorità anche il ruolo di decidere, insieme a Porto e Capitaneria (ma anche con il coinvolgimento delle categorie economiche), le modalità di accesso delle navi in uno scalo che, a causa del Mose, diventerà «regolato». L’unico emendamento sicuro di avere il via libera è quello del Pd che inserirà nel decreto il «protocollo fanghi» e istituirà una commissione tecnico-consultiva di 5 membri nominati da Ispra, Provveditorato, Istituto superiore di Sanità, Arpav e Cnr.