Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caserma blindata 170 profughi rifiutano il tampone

Cinque casi rilevati all’ex Zanusso di Oderzo, il primo collegato a un migrante colpito durante la vendemmia

- Silvia Madiotto

ODERZO (TREVISO) Cinque positivi al Covid-19 e 175 persone in isolamento, con l’edificio blindato in entrata e in uscita, monitorato notte e giorno dalle forze dell’ordine. L’ex caserma Zanusso di Oderzo, centro di accoglienz­a per migranti, è sotto i riflettori, anche perché 170 profughi si sono rifiutati di fare il tampone. Il contagio di uno dei migranti è avvenuto probabilme­nte durante la vendemmia, in un’azienda agricola nella quale il giovane lavorava nel periodo più importante per le campagne trevigiane. Il sindaco: «Situazione ora sotto controllo».

ODERZO (TREVISO) Cinque positivi al Covid-19 e 175 persone in isolamento, con l’edificio blindato in entrata e in uscita, monitorato notte e giorno dalle forze dell’ordine. L’ex caserma Zanusso di Oderzo, centro di accoglienz­a per migranti, è osservata speciale com’era stata per tutto il mese scorso l’ex caserma Serena di Casier, dove i contagi erano arrivati a quota 247. È ancora la Marca ad affrontare un focolaio tra i profughi, confinati nelle loro stanze per scongiurar­e l’estensione dell’epidemia. Anche questa volta ci sono state proteste: non violente come nel caso precedente (una guerriglia con sequestri di persona e danneggiam­enti) ma legate ai tamponi che 170 richiedent­i asilo si sono rifiutati di fare. E stavolta il virus ha viaggiato fra le cerchie sociali e lavorative degli ospiti, ma con un dettaglio che connota un territorio fortemente vitivinico­lo: il contagio di uno dei migranti è avvenuto probabilme­nte durante la vendemmia, in un’azienda agricola nella quale il giovane lavorava nel periodo più importante per le campagne trevigiane.

«La situazione nell’ex Zanusso ora è sotto controllo — spiega il sindaco di Oderzo, la leghista Maria Scardellat­o —. Alla luce di un numero di persone accolte non più elevato, passato dai 500 di diversi mesi fa ai 175 di oggi, l’ente gestore mi ha garantito che le distanze possono essere rispettate». Tutti gli altri tamponi a cui i migranti, singolarme­nte o in gruppi affini si erano sottoposti (per contatti di varia natura) erano risultati negativi. Poi, alcuni giorni fa, un ragazzo è rientrato dalle vigne con la febbre e il tampone ha dato esito positivo: la manodopera, anche non qualificat­a, è richiesta in misura massiccia e molte persone arrivano pure dall’estero per la vendemmia del Prosecco e del Piave. Quattro contatti stretti del lavoratore sono stati contagiati e così, venerdì, l’Usl, in accordo con il gestore «Nova Facility», si era attivata per eseguire i tamponi su tutti gli ospiti della Zanusso. Ma i sanitari sono stati respinti: «Non essendo possibile stabilire

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Il sindaco: sciocchi a non fare il tampone, comportame­nto socialment­e grave

la presenza di eventuali altre positività negli ospiti, impegnati in attività lavorative sul territorio (che presentava­no rischio di contagio), per motivi di salute pubblica è stata disposta la quarantena per tutti gli ospiti — precisa l’Usl Marca Trevigiana —. Dei positivi uno è ricoverato a Vittorio Veneto, gli altri 4, asintomati­ci, sono in isolamento nella struttura. In settimana saranno testati gli operatori». La quarantena per i profughi durerà fino al 9 ottobre.

«Sono stati sciocchi a non fare il tampone, è un comportame­nto socialment­e grave — commenta Scardellat­o — non sapere se si è stati contagiati in un ambito chiuso come quello può compromett­ere la salute di altre persone. Vorrei però tranquilli­zzare i miei concittadi­ni. Ciò non deve creare ansia o impedirci di vivere o lavorare, ma far tenere alta l’attenzione, usando sempre la mascherina e rispettand­o la distanza sociale».

Non ci sono stati nuovi arrivi alla Zanusso, il virus è entrato in caserma dal territorio. «Sono molto dispiaciut­o per i ragazzi, stanno discutendo, spero decidano di fare i test quanto prima — dice Gianlorenz­o Marinese, presidente di «Nova Facility», che gestisce il centro di accoglienz­a per conto della prefettura di Treviso —. Dovranno affrontare la quarantena in un momento importante come la vendemmia, fase in cui molti di loro sono impegnati. Purtroppo però questo virus è molto democratic­o, colpisce tutti e colpisce ovunque».

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