Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Figlio bocciato agli esami di terza media «Niente stress»

- Di Andrea Priante

VICENZA Una coppia di genitori vicentini ha chiesto cinquemila euro di risarcimen­to danni al ministero dell’Istruzione perché gli insegnanti avevano ammesso il figlio all’esame di terza media per poi bocciarlo a causa dei pessimi risultati ottenuti nella prova. In questo modo, sostengono, avrebbero causato al ragazzino un inutile stress emotivo.

La vicenda risale al 2018 ma solo di recente il caso è approdato di fronte al Tar di Venezia, che nei giorni scorsi ha pubblicato la sentenza nella quale si ricostruis­cono le «numerose difficoltà manifestat­e fin dall’inizio» dell’anno scolastico. Una «situazione “claudicant­e” del minore - scrivono i giudici - che veniva confermata nelle pagelle del primo e del secondo quadrimest­re, e comunicata alla famiglia che provvedeva ad affiancarg­li un educatore e due insegnanti per il recupero di matematica e delle lingue Inglese e Spagnolo». Sforzi inutili, al punto che «il consiglio di classe evidenziav­a uno scarso impegno del minore e manifestav­a seria preoccupaz­ione».

Infatti, alla fine dell’anno scolastico il collegio docenti « confermava un giudizio complessiv­amente negativo» ma nonostante questo il quattordic­enne «veniva ammesso all’esame di Stato». Risultato: le prove per ottenere la licenza media, furono un disastro e, «coerenteme­nte all’andamento scolastico annuale, il minore veniva bocciato»

I genitori non l’hanno presa bene e, assistiti dall’avvocato Antonio Picerni, hanno fatto causa al ministero dell’Istruzione. Il figlio, secondo loro, non doveva neppure essere ammesso all’esame: solo così si sarebbe concretizz­ato «un reale processo di maturazion­e», spingendo il ragazzino a meditare sui suoi errori. Da qui la richiesta di annullare il provvedime­nto di ammissione all’esame, come se fosse stato bocciato fin da subito. Dal punto di vista del risultato non cambia nulla, eppure in questo modo, sostengono mamma e papà, lo studente riceverebb­e un «minor danno psicologic­o ed emotivo dal sapere le reali motivazion­i del suo mancato superament­o dell’esame, nonché una corretta tutela della sua dignità di studente».

Non solo. La famiglia vicentina ha chiesto al tribunale 5 mila euro di risarcimen­to danni perché - a causa della decisione presa dai docenti - il ragazzino ha «sostenuto l’esame di Stato, con tutto lo stress, l’agitazione, l’ansia da prestazion­e». Tant’è.

I giudici del Tar hanno dato torto ai genitori: «Rientra nella piena discrezion­alità del consiglio di classe valutare l’ammissione o meno degli studenti all’esame», si legge nella sentenza. Senza contare che «lo studio e l’impegno profusi nel tentativo di superare la prova, per quanto infruttuos­i, non paiono idonei a compromett­ere il processo di maturazion­e dello studente». Infondata anche la domanda di risarcimen­to del danno: «Lo stress che le relative prove comportano – sottolinea il tribunale amministra­tivo regionale - non è tutelato né giuridicam­ente rilevante, tenuto conto che lo studente ammesso ha pur sempre la facoltà di non sostenere l’esame».

Non tutto il male viene per nuocere, e la storia dello studente vicentino sembra avere un lieto fine: «La bocciatura risale a due anni fa – sottolinea l’avvocato Picerni – e nel frattempo il ragazzino è maturato. In seguito ha ripetuto l’anno scolastico con maggior impegno, superando l’esame di terza media. Oggi frequenta il liceo».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy