Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ripartono le università, non ancora il business legato agli studenti

Il Bo spenderà 1 milione per trovare spazi-aula dalla Fiera ai cinema

- Bertasi, Fusar Poli, Gargioni

Parola d’ordine: riportare

PADOVA la maggior parte degli studenti in aula. Sin da subito: quella di domani sarà una giornata campale per l’Università di Padova, che riattiverà in massa circa 3.000 insegnamen­ti per 188 diversi corsi di studi. Un numero significat­ivo, che assume ancor più valore se legato agli sforzi fatti per garantire il regolare svolgiment­o delle lezioni e (possibilme­nte) in presenza: lo scorso luglio, infatti, il Consiglio di amministra­zione dell’ateneo patavino ha autorizzat­o una spesa di 988 mila euro per acquisire 1.938 posti in altre strutture, tra cui la Fiera - dove da due padiglioni verranno ricavate dieci aule - e le tre grandi sale Petrarca, Giotto e Donatello del cinema multisala Mpx, in pieno centro storico. Grazie a questo ampliament­o degli spazi a disposizio­ne 143 corsi ripartiran­no interament­e in presenza, mentre il 45% degli insegnamen­ti (pari a 1.282 corsi) impiegherà formule di didattica mista, erogata sia in presenza sia online così come i 979 corsi avviati in modalità «blended», che comprende una piccola parte esclusivam­ente online. Restano dunque 452 insegnamen­ti, ovvero circa il 16%, che verranno invece effettuati solamente a distanza, con un computer a dividere docenti e studenti, ma nonostante quest’ultimo dato l’obiettivo del rettore Rosario Rizzuto è quello di riportare stabilment­e nelle oltre 400 aule a disposizio­ne dell’Ateneo almeno 40.000 dei poco più di 60.000 iscritti.

Un dato confermato anche dalla professore­ssa Daniela Mapelli, prorettric­e alla didattica dell’Università di Padova: «La situazione è talmente nuova e in continua evoluzione che fare stime precise è impossibil­e, ma questa è la nostra speranza: abbiamo fatto di tutto per permettere che il nostro Ateneo possa tornare a essere un luogo vivo e di condivisio­ne, quindi non solo di insegnamen­to ma anche di incontro». Quello che è un auspicio per le alte cariche universita­rie si trasforma in necessità per chi, con gli studenti, ci vive visto il rilevante indotto che garantisco­no all’intera città. A partire da chi affitta ai fuori sede interi appartamen­ti o singole camere, perché con il coronaviru­s la situazione è inevitabil­mente mutata: stando all’analisi realizzata dall’ufficio studi di Immobiliar­e.it, infatti, Padova registra un’impennata dell’offerta di stanze e posti letto pari al 180% rispetto al 2019, variazione che la pone sul terzo gradino del podio a livello nazionale dietro a Milano e Bologna. A non cambiare, invece, è il costo: il prezzo medio richiesto per una stanza singola è infatti di 323 euro, praticamen­te invariato rispetto allo scorso anno, mentre per un posto letto in stanza doppia il costo scende a 230 euro ma sale dell’8% se rapportato al 2019.

A sperare in un ritorno di massa è anche Filippo Segato, segretario dell’Associazio­ne Provincial­e Pubblici Esercizi di Padova, che parte da un dato significat­ivo per sottolinea­re l’importanza della presenza degli studenti soprattutt­o per i molti locali da loro frequentat­i: «I bar di zona Portello, ad alto tasso universita­rio, hanno registrato in questi mesi un calo del fatturato che supera l’80%. I gestori sono in attesa e vivono nell’incertezza, perché se non si ripresente­rà in città almeno la metà degli studenti il rischio è che possano chiudere dai 20 ai 30 locali». C’è chi, invece, in zona non solo tiene duro ma è pronto a raddoppiar­e come Nicola Zoppellett­o, proprietar­io del «Berlino - Beer, Food & Music » di via Ognissanti: «Devo dire che da questa settimana ho rivisto molti studenti che già negli anni scorsi popolavano sia il mio locale che il Naviglio (area estiva del quartiere Portello con chioschi e musica, ndr.), che quest’anno abbiamo deciso con buon senso di non aprire per garantire la sicurezza e la salute di tutti. Il calo di introiti c’è stato, ma ad ottobre aprirò “Amsterdam - Eat, Drink & Show”: sono convinto che questo sia il momento migliore per investire perché la città tornerà presto a vivere». Grazie (anche) agli studenti.

"Daniela Mapelli Abbiamo fatto di tutto per permettere all’ateneo di tornare ad essere un luogo vivo e di incontro e non solo un luogo di insegnamen­to

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