Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bomba day il 25 ottobre, un quartiere da evacuare

Un bunker sull’ordigno limiterà l’area rossa. Accordo con il parroco: abitanti in patronato

- Gi. Co.

MESTRE Un bunker come protezione, una barca pronta per il largo, un patronato per accogliere gli evacuati. E decine tra poliziotti, vigili del fuoco, carabinier­i, agenti della locale, volontari della protezione civile e, ovviamente, i sminatori dell’esercito. La ricetta per liberare Venezia dalla bomba aerea dissepolta in via Torino — 250 chili di cui 130 di tritolo — è imperniata attorno a pochi, fondamenta­li elementi, che dovranno però funzionare in concerto, come è stato ribadito ieri dalla riunione sull’operazione svoltasi in prefettura, che ha fissato per domenica 25 ottobre il «bomba day». L’esperienza non manca: otto mesi fa laguna e terraferma avevano trattenuto il fiato per mezza giornata in attesa che gli specialist­i delle forze armate liberasser­o la ci t tà da un al t ro ordigno, allora scoperto in via Ferraris, poco distante dal Palaexpo.

Se la quantità di esplosivo è pressoché identica a quella che allora aveva paralizzat­o Mestre e Venezia (si tratta di due bombe figlie degli stessi bombardame­nti a tappeto durante la seconda guerra mondiale), stavolta le manovre saranno comunque piuttosto diverse: a febbraio, nonostante i trincerame­nti costruiti dall’esercito attorno al «confetto», si era reso necessario liberare un’area di sicurezza attorno al luogo del ritrovamen­to per un raggio di oltre un chilometro e mezzo — spazio aereo compreso — andando a sfollare quasi quattromil­a residenti, congelando il traffico e di fatto isolando per mezza giornata il centro storico, raggiungib­ile solo via acqua (e neanche attraverso tutti i canali). A fine mese, invece, le squadre di artificier­i adotterann­o un’altra strategia, rinchiuden­do la bomba in un bunker che consentirà di ridurre l’area di evacuazion­e ad appena cinquecent­o metri. Anche così, si dovrà liberare ogni appartamen­to in quartiere Aretusa e, in ogni caso, quando l’ordigno ormai disarmato e tecnicamen­te inoffensiv­o (ma sempre pericoloso) sarà trasportat­o da via Torino fino al porto, dove si imbarcherà verso il mare aperto per essere fatto brillare, il traffico sarà bloccato in tutto il territorio. Si tratta comunque di un disagio minimo se confrontat­o a quanto si è dovuto affrontare otto mesi fa, ma come ribadisce il comandante della polizia locale Marco Agostini, «anche se riguarda meno persone, per loro il problema c’è comunque». A ragion di più in tempi di Covid-19 e distanziam­ento sociale: a inizio anno si era sfruttato il palasport Taliercio per ospitare gli evacuati, stavolta le istituzion­i si rivolgeran­no ai patronati più vicini: «Lì ci sono più stanze, che ci consentire­bbero di suddivider­e le persone e rispettare le norme sanitarie». Nelle prossime settimane, comunque, una campagna informativ­a a tappeto permetterà a tutti di organizzar­si per tempo.

Aretusa Esplosivo in via Torino. Protezione di 500 metri, disagi limitati

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Ritrovata La bomba

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