Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mose, alle 6 di sabato scatterà l’ora X
Previsioni fino a 150 centimetri. Definita la procedura per alzarlo in emergenza
VENEZIA Il picco è previsto a mezzogiorno di sabato quando le previsioni arrivano anche a 150 centimetri. L’ora «X» della possibile «prima volta» del Mose scatterà alle 6 della mattina. A quell’ora potrebbe essere premuto — metaforicamente parlando — il «bottone rosso» per alzare le paratoie e difendere Venezia da un’acqua alta. Ieri è stata definita la procedura di emergenza: il via ci sarà con l’ordinanza della Capitaneria di Porto.
VENEZIA L’ora «X» della possibile «prima volta» del Mose saranno le 6 di sabato mattina. A quell’ora potrebbe essere premuto – metaforicamente parlando – il «bottone rosso» per alzare le paratoie e difendere Venezia da un’acqua alta che si preannuncia rilevante: il picco è infatti previsto per mezzogiorno e sei ore prima la Capitaneria di Porto diramerà l’ordinanza per interdire il traffico navale attraverso le bocche di porto.
A stabilirlo è la procedura per il sollevamento in emergenza del Mose, approvata ieri dal Comitato tecnico-amministrativo del Provveditorato alle opere pubbliche. Questa mattina, recependo anche il via libera del commissario «sblocca cantieri» dell’opera, Elisabetta Spitz, il provveditore Cinzia Zincone emanerà il decreto che renderà ufficiale la procedura, che prevede una serie di alert sempre più precisi, man mano che ci si avvicina all’evento: prima a 72 ore, poi 48, 24, infine 12, 9 e appunto quella decisiva a sei ore. Per questo importantissima sarà la previsione di domani, quando si riuniranno i tecnici del Centro maree del Comune, dell’Ispra e dell’Ismar-Cnr, anche se poi la decisione se alzare o meno le paratoie farà riferimento alla previsione del Provveditorato. «In realtà più ci si avvicina all’evento e più le precisioni coincidono o si discostano al massimo di pochi centimetri», sottolinea Valerio Volpe, dirigente dell’Ufficio Salvaguardia di Palazzo X Savi.
Allo stato attuale per sabato mattina a mezzogiorno il Provveditorato prevede una quota di 130 centimetri. Il Centro maree ieri ha invece mandato un’allerta per 135, ma la situazione è in evoluzione e si parla anche di 150. «C’è una saccatura che ora è all’altezza della Gran Bretagna e che nei prossimi giorni scenderà verso l’Italia - spiega il direttore del Centro comunale Alvise Papa - Se si presenterà 2-3 ore prima del picco di marea astronomica, bene, altrimenti ci sarà una marea molto sostenuta». L’astronomica prevista è infatti di 76 centimetri, a cui se ne potrebbero aggiungere altri 60-70 di meteorologica: 30 per un sovralzo di pressione, altrettanti per un forte vento di scirocco. I due uffici peraltro hanno finalità diversa: il primo deve dire «Mose sì, Mose no» e quindi guarda al rischio di superare i 130 centimetri (secondo il protocollo di emergenza attuale, quello ordinario sarà a 110); il secondo invece avviserà la popolazione.
Se verrà dato il via al Mose, toccherà alla sala operativa del Consorzio Venezia Nuova diramare gli avvisi agli enti coinvolti, dai Comuni di gronda alla Regione, dal Porto alla Capitaneria, appunto. Gli stessi enti dovranno poi essere aggiornati sull’evoluzione della situazione ora per ora, fino all’abbassamento delle paratoie. Gli ultimi test eseguiti dal Cvn, guidato dai commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, hanno ridotto i tempi di sollevamento a circa 50 minuti, mentre l’abbattimento avviene in meno di mezz’ora. «Non dobbiamo però dimenticare che siamo in una fase di test e può essere che la procedura venga via via corretta», precisa Zincone. I tre test di chiusura completa finora sono infatti avvenuti in condizioni di mare calmo.
L’uso del Mose in emergenza per la difesa della città è stato voluto con forza da Spitz, nominata proprio dopo l’«acqua granda» da 187 centimetri dello scorso 12 novembre, ma non va dimenticato che, secondo il cronoprogramma, l’opera sarà collaudata e consegnata solo per dicembre 2021.