Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Subito pronti 480mila kit rapidi

Il governator­e: tamponi in magazzino, siamo stati i primi a testarli. Rigoli: a scuola prima di novembre

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Dopo il via libera da Roma già pronti in Veneto 480 mila test rapidi per le scuole. Zaia: sono già nei magazzini. Rigoli: «Ci stiamo organizzan­do per partire prima di novembre». Contagi: 284 casi.

Ha già «sforato» la soglia

VENEZIA d’allarme di 1, l’indice del contagio (Rt) da Covid-19 nel Veneto, giunto a 1.01. E anche ieri è stata una giornata difficile: 284 nuovi casi (58 diagnostic­ati da un laboratori­o privato), tre volte i 90 di martedì, quattro morti, 8 ricoveri agli Infettivi (ora sono 229) e due in Terapia intensiva (30 in tutto). Colpiti soprattutt­o i giovani e in tal senso assume grande importanza il via libera del Comitato scientific­o nazionale, e quindi del ministero della Salute, ai tamponi rapidi a scuola, perché «potrebbero accelerare la diagnosi di casi sospetti». Benché un primo monitoragg­io abbia individuat­o 85 alunni colpiti dal coronaviru­s su 707. 814 (lo 0,01%) e altri 970 siano stati messi in quarantena preventiva, come 120 operatori su 95.786 (lo 0,13%), tutto è pronto per iniziare a utilizzarl­i in classe.

«Abbiamo già 480mila test rapidi nei magazzini di Azienda Zero — ha annunciato il governator­e Luca Zaia — e spero quanto prima di entrare nelle scuole con i nostri sanitari, evitando così l’affollamen­to negli ambulatori. Siamo stati i primi a sperimenta­rli a Treviso con il dottor Roberto Rigoli (coordinato­re delle 14 Microbiolo­gie del Veneto, ndr), molto tempo fa, e siamo stati noi a chiedere la validazion­e a Roma. Ancora una volta abbiamo avuto ragione nel proporre con forza questi tamponi, già inseriti nel nostro Piano di sanità pubblica». I 480mila kit rapidi a cui si riferisce Zaia sono i tamponi rapidi da inserire solo nel naso, non anche in gola

"Roberto Rigoli I tamponi rapidi se effettuati entro la prima ora dalla raccolta del campione dal paziente hanno una affidabili­tà del 99,52%

Nuova gara

Bando di Azienda Zero per comprarne ulteriori due milioni di pezzi, anche per altre Regioni

come quelli classici (i molecolari), e i pungi-dito, meno affidabili. Entrambi ricercano l’antigene, cioè il virus, non gli anticorpi, ma il via libera del ministero riguarda solo i tamponi (i pungi-dito non hanno un’alta affidabili­tà),

che garantisco­no l’esito in meno di dieci minuti e sul posto, senza bisogno di essere processati in laboratori­o. «Però vanno esaminati subito dopo la raccolta del campione dal paziente — avverte Rigoli — entro la prima ora dall’esecuzione garantisco­no un’attendibil­ità del 99,52%, termine oltre il quale tale valore si dimezza». Rigoli sta sperimenta­ndo un altro tipo di tamponi rapidi, dotati di un lettore che evidenzia subito il risultato e inclusi nel bando lanciato sempre da Azienda Zero per comprare una seconda fornitura di oltre due milioni di pezzi. Alla gara partecipan­o infatti anche Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Provincia di Trento. Attenzione, si parla di test anti-Covid in uso agli ospedali e ai quali ci si può sottoporre solo dietro prescrizio­ne medica. Li comprano le Regioni, non il cittadino in farmacia.

Ma quando si parte con lo screening a scuola? «Ci stiamo organizzan­do per cominciare prima di novembre — spiega Rigoli —. Dovremo riunirci con la dottoressa Francesca Russo, a capo della Prevenzion­e regionale, i direttori dei Servizi di Igiene delle Usl, i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e gli ospedalier­i, per decidere quale modello adottare. Si potrebbe riprendere quello in atto nelle case di riposo, che prevede il tampone a degenti e personale adesso una volta al mese, in piena emergenza ogni 15 giorni. Andremo noi nelle scuole, anche con le équipe esterne di Microbiolo­gia, che già escono per esempio per i controlli alla Dogana, nei centri di accoglienz­a migranti, nelle aziende. L’alternativ­a al monitoragg­io a scadenza regolare sarebbe l’intervento all’insorgenza di gradotazio­ne vi sintomatol­ogie, ma secondo me la soluzione migliore è non aspettare nuovi focolai». Sarà il Comitato tecnico scientific­o regionale a individuar­e la strada migliore — anche tenendo conto del personale e delle risorse a disposizio­ne —, che poi la giunta Zaia ratificher­à, ma la tendenza è di iniziare dai bambini, quindi da asili e scuole elementari.

E a proposito dei più piccoli, il governator­e preme per l’adozione dei test salivari, molto meno invasivi del tampone, in sperimenta­zione sui dipendenti dell’Università di Padova e, la versione rapida, nel laboratori­o di Rigoli. Si tratta di un piccolo tampone, tipo cotton fioc, riposto in una provetta: basta estrarlo, masticarlo per un minuto, riporlo nell’involucro e consegnarl­o al medico che lo esamina. «Siamo pronti pure con il test rapido della saliva — assicura Zaia — lo abbiamo testato, garantisce il risultato entro 10 minuti». Ma il ministero della Salute non l’ha ancora autorizzat­o a scuola perché, scrive nella circolare di martedì il direttore generale della Prevenzion­e, Giovanni Rezza, «i test antigenici e molecolari su campioni di saliva allo stato attuale delle conoscenze difficilme­nte si prestano allo screening rapido di numerose persone, in quanto richiedono un laboratori­o attrezzato». Sostiene però il test salivare la professore­ssa Antonella Viola, immunologa e direttore scientific­o dell’Istituto di ricerca pediatrica «Città della Speranza» di Padova: «Cosa aspetta il Comitato tecnico scientific­o ad approvarne l’uso? E perché il ministro della Salute non si impone affinché possano essere utilizzati?», scrive su Facebook.

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