Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bimbo morto durante il parto «Poteva essere salvato»

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Secondo i consulenti della procura, sarebbe bastato intervenir­e mezz’ora prima per evitare la tragedia. «Il bambino era sano e si sarebbe potuto salvare», hanno spiegato i medici legali Silvia Tambuscio e Annalisa Zambon, rispondend­o alle domande del pm Giorgio Gava. Il magistrato accusa infatti il ginecologo Sergio Porto e l’ostetrica Marilisa Bonaldo di procurato aborto per la morte di un bambino durante il parto, avvenuta all’ospedale di Chioggia ormai quattro anni fa. La mamma, una donna padovana di Correzzola, era entrata in ospedale il 31 agosto e verso l’1 di notte era stata ricoverata. Dopo una serie di complicazi­oni, il feto era stato estratto con un taglio cesareo poco prima delle 8, ma era già deceduto.

Secondo i consulenti del pm fino alle 7.30 il bambino avrebbe potuto essere salvato. La donna era stata staccata dal monitor alle 3; ma quando poco dopo le 6 è stata riattaccat­a ci si è resi conto che i battiti erano molto bassi, appena 50 al minuto. «Ma alle 5 di mattina la donna aveva vomitato e a quel punto i sanitari avrebbero dovuto subito riattivare il monitoragg­io - hanno spiegato i medici legali - C’è stata un’omissione generale di assistenza tra le 3.30 e le 5.30 e la cartella medica è vuota e lacunosa».

Le difese invece hanno sempre sostenuto che non c’è prova che il monitoragg­io avrebbe evidenziat­o la sofferenza e che lo sbalzo dei battiti sarebbe stato improvviso. (a. zo.)

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