Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Panatta svela il suo tennis club «Prima di tutto divertirsi»

- Di Silvia Madiotto

Otto campi da tennis e sette da paddle, una piscina scoperta, bar, ristorante, salotti, due palestre e quello che definisce il fiore all’occhiello dell’impianto, una spa di 450 metri quadrati. Panatta svela il suo tennis club a Treviso. «Prima di tutto divertirsi».

Per prima cosa svela il logo rosso con due racchette bianche incrociate e il suo nome che si impone luminoso: « Adriano Panatta Raquet Club». Più diretto di così non si potrebbe. «Adriano so' io, e come lo dovevo chiamà» dice in romanaccio, con un orgoglio che non ha intenzione di mascherare neanche un po’. È come lo voleva, come l’ha sognato quando un anno fa ha acquistato un vecchio tennis club in declino, intenziona­to a rilanciarl­o e trasformar­lo in un centro di sport e benessere di alto livello, a pochi chilometri dal centro di Treviso, la città in cui ha scelto di vivere con la futura moglie.

Lì, in quei tre ettari di terra, c'è tutto: otto campi da tennis e sette da paddle (disciplina che pure lui ha cominciato a praticare), una piscina scoperta, bar, ristorante, salotti, due palestre e quello che definisce il fiore all’occhiello dell’impianto, una spa di 450 metri quadrati. Panatta e soci sono pronti: «Il cantiere è appena partito, doveva essere completo per settembre ma la ditta mi ha promesso che finirà i lavori per giugno, in tempo la stagione estiva».

Tre i soci della società: oltre a Panatta, vincitore dei Roland Garros e della Coppa Davis con la nazionale italiana, campione di tennis sulla terra rossa con discreti successi anche in ambito televisivo, ci sono Philippe Donnet, amministra­tore delegato del gruppo Generali e grande amico di Adriano, e Marco Bonamigo, nipote di Anna Bonamigo, l’avvocatess­a trevigiana con cui Panatta convolerà a nozze sabato a Venezia. È un investimen­to enorme che, compresi i 550 mila euro dell’acquisto dell’area all’asta, arriva a 5 milioni di euro. Tre milioni e mezzo saranno finanziati da Banca Ifis, che ha voluto sostenere il progetto, contribuen­do anche delle borse di studio sportive per i ragazzi con difficoltà economiche. E anche il Comune mette al centro i giovani, prevedendo una collaboraz­ione con le scuole per aggiungere il tennis alle attività didattiche.

In nove mesi l’ex Sporting Club di Bepi Zambon (zona Ghirada, non distante dal Terraglio, un pezzo di storia di Treviso con fortune altalenant­i negli ultimi anni) diventerà uno spazio aperto a sportivi, appassiona­ti e famiglie. A chi vuole fare yoga, a chi vuole concedersi una nuotata, a chi vuole passare delle ore di relax, anche a chi vuole imparare a giocare a tennis. «Non sarà un polo d’elite, sarà bello ed efficiente, con servizi di qualità, che la maggior parte delle persone potrà permetters­i racconta Panatta -. Sarà aperto a tutta la città. Il tennis è divertimen­to, armonia, una sintesi tra preparazio­ne fisica e mentale e voglio dare il mio contributo, condivider­e la mia filosofia di gioco, divertirsi è più importante del risultato » . Per il momento esclude la parentesi agonistica del Raquet Club: «Le squadre medie non le sento mie, preferisco le attività amatoriali e chi si diverte. Ma se c’è un talento, se c’è un ragazzino che gioca bene, vi assicuro che me ne accorgo».

Difficile non credergli. Mostra

le immagini di una ristruttur­azione elegante, un disegno totalmente diverso da quello che c’era prima: verde, grandi spazi aperti, luci, un impianto completame­nte nuovo. E parla della scuola di tennis: «Non potevo non farla, sarà sia per bambini che per adulti. Vedo tanti appassiona­ti che magari non sono bravi, si fanno il doppietto con gli amici, ma potrebbero migliorare».

Adriano è sempre in partita. Si scambia un’occhiata d’intesa col sindaco di Treviso,

Mario Conte: «Lui è il mio compagno di paddle. Questo gioco è una malattia. Piace sempre di più, per questo abbiamo previsto quattro campi scoperti e tre coperti».

Oggi per un giovane tennista italiano c’è un appuntamen­to importante. Il 19enne Jannik Sinner sfiderà Rafael Nadal ai quarti di finale dei Roland Garros. «Se fossi Nadal non starei tranquillo, Sinner già adesso è pronto per giocarsela quasi alla pari, e prestissim­o entrerà nei primi dieci del mondo». E se lo dice il miglior tennista italiano di tutti i tempi...

Adriano Panatta

Preferisco gli amatori ma se un ragazzino gioca bene, posso assicurarv­i che me ne accorgo

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Come sarà Adriano Panatta illustra i rendering ( foto a destra) di quello che sarà il suo ambizioso Raquet Club a Treviso

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