Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il cane scappa prende il treno e va a Venezia
Il cane Oliver se ne va durante il trasloco, recuperato dalla Polfer
VENEZIA Fuggito nella confusione di un trasloco, il meticcio Oliver si è intrufolato in un vagone a Noventa di Piave ed è stato notato solo dopo diverse fermate. Già riconsegnato ai padroni, ha suscitato simpatia sui social
Avrebbe superato con un balzo una recinzione, poi potrebbe aver seguito qualcuno senza farsi notare. Di certo, arrivato alla stazione, è riuscito a infilarsi non visto tra i vagoni di un treno per Venezia, probabilmente sfruttando i passeggeri come schermo e lasciandosi spingere avanti dal movimento della folla. Alla fine, però, è stato sorpreso da un’altra viaggiatrice che l’ha riconosciuto come clandestino a bordo, sicuramente senza biglietto ma soprattutto senza accompagnatore. E così la fuga spaesata di Oliver, cane meticcio dal pelo dorato e dagli occhi vivaci, si è interrotta alla stazione di testa di Santa Lucia, prima tra le cure affettuose degli agenti della polizia ferroviaria, poi di nuovo nell’abbraccio del suo padrone, corso da Noventa di Piave per recuperarlo. Certo, non senza un brivido al pensiero di dove sarebbe potuto capitare l’avventuroso cagnolino se fosse sgattaiolato dentro un treno diverso, magari di quelli che non terminano la corsa in laguna. Il curioso episodio si è consumato sabato: Oliver è scappato dal giardino della sua casa nel Sandonatese, la sua famiglia è nel bel mezzo di un trasloco e forse, nella confusione di vedere il suo mondo rivoluzionato, il cane ha cercato di rimettere ordine cercando un’altra prospettiva o, semplicemente, ha cercato di ritrovare i suoi padroni mentre facevano su e giù da un posto all’altro. Strano anche che nessuno l’abbia notato, almeno fino quando non si è accorta di lui la viaggiatrice che l’ha poi consegnato alla Polfer: la giovane ha riconosciuto in lui un cane domestico, curato e affettuoso, e ha capito che qualcosa doveva essere andato storto; per prima cosa l’ha accompagnato fuori dalla stazione di Venezia, l’ha ospitato nel suo negozio e ha chiamato il personale della ferrovia. Oliver non aveva collare né medaglietta, ma nel suo orecchio era impiantato il chip di riconoscimento che ha permesso agli agenti della polizia di risalire al proprietario. E, nell’attesa del recupero, il meticcio si è potuto godere le coccole e le carezze di un intera squadra di sconosciuti in divisa. La sua storia era anche stata pubbl icata sui social network, nel tentativo di rintracciare la sua famiglia; poi, quando è finita per il meglio, sotto le foto di Oliver si sono sprecati i commenti affettuosi: «Voleva andare a Venezia per assicurarsi che il Mose funzionasse - scherza qualcuno - È andato tutto bene, quindi Oliver ha fatto un ottimo lavoro!».