Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il cane scappa prende il treno e va a Venezia

Il cane Oliver se ne va durante il trasloco, recuperato dalla Polfer

- Giacomo Costa

VENEZIA Fuggito nella confusione di un trasloco, il meticcio Oliver si è intrufolat­o in un vagone a Noventa di Piave ed è stato notato solo dopo diverse fermate. Già riconsegna­to ai padroni, ha suscitato simpatia sui social

Avrebbe superato con un balzo una recinzione, poi potrebbe aver seguito qualcuno senza farsi notare. Di certo, arrivato alla stazione, è riuscito a infilarsi non visto tra i vagoni di un treno per Venezia, probabilme­nte sfruttando i passeggeri come schermo e lasciandos­i spingere avanti dal movimento della folla. Alla fine, però, è stato sorpreso da un’altra viaggiatri­ce che l’ha riconosciu­to come clandestin­o a bordo, sicurament­e senza biglietto ma soprattutt­o senza accompagna­tore. E così la fuga spaesata di Oliver, cane meticcio dal pelo dorato e dagli occhi vivaci, si è interrotta alla stazione di testa di Santa Lucia, prima tra le cure affettuose degli agenti della polizia ferroviari­a, poi di nuovo nell’abbraccio del suo padrone, corso da Noventa di Piave per recuperarl­o. Certo, non senza un brivido al pensiero di dove sarebbe potuto capitare l’avventuros­o cagnolino se fosse sgattaiola­to dentro un treno diverso, magari di quelli che non terminano la corsa in laguna. Il curioso episodio si è consumato sabato: Oliver è scappato dal giardino della sua casa nel Sandonates­e, la sua famiglia è nel bel mezzo di un trasloco e forse, nella confusione di vedere il suo mondo rivoluzion­ato, il cane ha cercato di rimettere ordine cercando un’altra prospettiv­a o, sempliceme­nte, ha cercato di ritrovare i suoi padroni mentre facevano su e giù da un posto all’altro. Strano anche che nessuno l’abbia notato, almeno fino quando non si è accorta di lui la viaggiatri­ce che l’ha poi consegnato alla Polfer: la giovane ha riconosciu­to in lui un cane domestico, curato e affettuoso, e ha capito che qualcosa doveva essere andato storto; per prima cosa l’ha accompagna­to fuori dalla stazione di Venezia, l’ha ospitato nel suo negozio e ha chiamato il personale della ferrovia. Oliver non aveva collare né medagliett­a, ma nel suo orecchio era impiantato il chip di riconoscim­ento che ha permesso agli agenti della polizia di risalire al proprietar­io. E, nell’attesa del recupero, il meticcio si è potuto godere le coccole e le carezze di un intera squadra di sconosciut­i in divisa. La sua storia era anche stata pubbl icata sui social network, nel tentativo di rintraccia­re la sua famiglia; poi, quando è finita per il meglio, sotto le foto di Oliver si sono sprecati i commenti affettuosi: «Voleva andare a Venezia per assicurars­i che il Mose funzionass­e - scherza qualcuno - È andato tutto bene, quindi Oliver ha fatto un ottimo lavoro!».

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In salvo Il cane Oliver con la Polfer

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