Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il referendum al Tar Sitran vuole rivotare «Non c’era il quorum»

Separazion­e, oggi la discussion­e del ricorso

- Mo. Zi.

Il referendum per la separazion­e torna al Tar, oggi si discute il ricorso dell’avvocato autonomist­a Marco Sitran contro il quorum. Previsto dal decreto di indizione, ha affossato la quinta consultazi­one sul tema della divisione di Venezia e Mestre in due Comuni autonomi: alle urne l’1 dicembre 2019 si recarono solo il 21,73 per cento dei 206 mila elettori aventi diritto; il decreto di indizione del presidente della Regione Luca Zaia richiedeva la maggioranz­a più uno dei votanti per la validità e così il consiglio regionale (visto l’esito) non diede seguito al progetto di legge corredato da ottomila firme per dividere il capoluogo. Prima ancora che si votasse, visto che il sindaco unionista Luigi Brugnaro propugnava l’astensione, Sitran presentò un ricorso preventivo. « Il quorum non era dovuto. E la congiuntur­a politica dell’asse Zaia-Brugnaro ha leso i nostri diritti e falsato la campagna referendar­ia», dice l’avvocato che oggi in aula risponderà alle controdedu­zioni di Comune, Città Metropolit­ana e Regione che sostengono che il quorum ci voleva. Non solo ai sensi della legge regionale 25 del 1992 ma sopratutto per buonsenso perché non si possono mutare i confini di un Comune senza che la maggioranz­a dei cittadini sia d’accordo. La maggioranz­a non c’è stata, anzi. Ma 29 mila votanti (il 66 per cento di quel 22 scarso) votarono per il Sì (la stragrande maggioranz­a a Venezia) e ciò per gli autonomist­i basta e avanza. «L’articolo 133 comma due della Costituzio­ne dice che vanno sentite le popolazion­i interessat­e: se uno non vota, evidenteme­nte non è interessat­o — dice Sitran — E il quorum, per la legge regionale, serve solo ad accelerare i tempi della decisione: il Consiglio avrebbe dovuto decidere tenendo conto dei voti nella città d’acqua». La richiesta: si rifaccia il referendum, stavolta senza quorum. «E chiedo i danni per dolo e colpa alla Regione». La causa divisionis­ta nelle ultime elezioni comunali è finita in fondo alla classifica dei voti: la lista di Sitran ne ha presi 605 e Idea Comune (alleata a Baretta) 661. L’altro match Sitran-Brugnaro si terrà domani al tribunale civile, dove si discute della causa di diffamazio­ne: il sindaco chiamò « sfigati » Sitran e Gian Angelo Bellati, accusandol­i di perorare il referendum per avere visibilità politica e loro gli chiedono i danni.

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Separatist­a Marco Sitran

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