Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il magistrato attacca l’imprenditore «Non ha denunciato»
VENEZIA Ha preso ad esempio Ludovico Pasqual, imprenditore che fu vittima di usura da parte del clan di Luciano Donadio e che ha denunciato e ora è anche parte civile – l’unico privato – nel processo dibattimentale. E di fronte ha messo Amorino Zorzetto, pure lui vittima dei casalesi di Eraclea, ma anche imputato per la bancarotta della sua azienda, secondo i pm causata proprio dai debiti verso il boss. Il pm Federica Baccaglini ha proseguito la requisitoria nel processo in abbreviato al clan, che vede 26 imputati alla sbarra, parlando dei vari reati commessi. E quando è arrivata alle usure non ha potuto sottolineare che l’imputato Zorzetto da un lato, chiamato come testimone nel maxi-processo parallelo, invece di dare il suo contributo si è avvalso della facoltà di non rispondere; dall’altro quando era stato sentito a fine luglio non solo aveva negato l’usura, ma aveva poi accusato la procura di aver lasciato fare i casalesi di Eraclea per quindici anni e le banche che mollano gli imprenditori quando sono in crisi.
La requisitoria proseguirà anche domani e dovrebbe essere finita il 14 o il 15 con le richieste di pena. Il pm Roberto Terzo è invece tornato sul tema delle «protezioni» al gruppo criminale, ricordando che Donadio aveva ricevuto più volte notizie sulle indagini in corso. Tra gli imputati dell’abbreviato c’è anche il poliziotto Moreno Pasqual, ma ancora una volta nel mirino c’è stata soprattutto l’altra processata eccellente, l’avvocato Annamaria Marin, accusata di favoreggiamento perché avrebbe difeso alcuni sodali di Donadio, suo storico cliente, per poi riferire a lui. «La difesa ha sostenuto che l’avvocato ha il dovere deontologico di riferire sia all’assistito che al cliente, cioè a colui che paga - ha spiegato Terzo - ma questo vale nel caso dei famigliari o nei rapporti di dipendenza per reati commessi sul luogo di lavoro. In questo caso il legale avrebbe ben dovuto accorgersi che c’era una totale incompatibilità con il suo ruolo di difensore di Donadio». (a. zo.)