Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Autorità per la laguna, M5s spaccati I sindacati: garanzie per 261 lavoratori

Vanin: hanno deciso D’Incà e Spessotto, io contraria. Voto finale lunedì. Oggi nuovo test del Mose

- Alberto Zorzi

Alla Camera ci sono una quarantina di deputati in isolamento Covid e il voto finale sul decreto Agosto slitta a lunedì. Ma non si placano le polemiche sull’Autorità per la Laguna, che si occuperà del Mose e dell’ecosistema attorno a Venezia. Dopo aver presentato come prima firmataria svariati emendament­i ( in primis per spostarne la governance dal ministero delle Infrastrut­ture a quello dell’Ambiente) ed essersi detta «insoddisfa­tta» il giorno del voto a Palazzo Madama, ora la senatrice M5s Orietta Vanin esce allo scoperto e attacca i suoi compagni di partito che, a suo dire, hanno fatto l’accordo con il Pd: il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, bellunese, e la deputata veneziana Arianna Spessotto. «Non ho mai condiviso questa norma, perché non semplifica ma complica ogni tutela di salvaguard­ia e non sono stata mai coinvolta in questo accordo di maggioranz­a - spiega Vanin - La Laguna di Venezia non è un’autostrada e, perciò, ho sempre contestato sia il Mit a doversene occupare esclusivam­ente». La senatrice aveva poi chiesto che fosse specificat­a la laurea in Ingegneria o tecnico-scientific­a per il presidente.

L’Autorità avrà un comitato di gestione con altri sette membri – quattro ministeria­li (Mit, Ambiente, Beni Culturali ed Economia) e tre degli enti locali – e un comitato consultivo. L’Autorità avrà, a regime, cento dipendenti e sarà affiancata da una società tecnica in house. Il testo è arrivato «blindato» e lunedì verrà approvato con la fiducia, ma non per questo i deputati di centrodest­ra hanno evitato gli emendament­i: secco quello della Lega, con primo firmatario il veneziano Alex Bazzaro, che chiede la soppressio­ne dell’articolo 95 sul nuovo ente; FI e FdI hanno invece ripreso le richieste del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che voleva che l’Autorità fosse incardinat­a alla Presidenza del Consiglio e che gli enti locali fossero in maggioranz­a nel board. A Ca’ Farsetti si sta anche facendo una valutazion­e giuridica di incostituz­ionalità, proprio perché il nuovo soggetto attribuire­bbe allo Stato materie che dovrebbero essere concorrent­i con la Regione o oggetto del negoziato sull’autonomia.

Il testo su Venezia porta la «firma» del sottosegre­tario di Palazzo Chigi Andrea Martella e uno dei parlamenta­ri che ci ha lavorato di più è stato l’altro Pd Nicola Pellicani. Che però ha dovuto « mandare giù» l’eliminazio­ne del centro per gli studi climatici, che veniva meglio definito dopo essere stato introdotto con la legge di bilancio 2019. «Per questo bisogna farlo partire entro quest’anno, altrimenti si rischia di perdere mezzo milione di euro - dice - io ci ho messo la faccia, ma ho ricevuto rassicuraz­ioni che si farà».

Proprio del futuro occupazion­ale di tutti questi soggetti si è parlato ieri in un incontro tra i sindacati confederal­i provincial­i e il commissari­o del Mose Elisabetta Spitz. Le sigle hanno chiesto garanzie per i 261 lavoratori di Consorzio Venezia Nuova, Comar e soprattutt­o Thetis (l’unica non citata nel decreto). «Il Commissari­o ha ribadito che c’è la completa copertura economica per finire il Mose e per pagare gli stipendi di tutti i dipendenti», hanno scritto Cgil, Cisl e Uil. Spitz ha delineato anche le tappe dell’Autorità: entro dicembre sarà nominato il presidente, poi il board e quindi si dovrà fare lo statuto. L’ente sarà quindi operativo per marzo-aprile e solo allora si parlerà del passaggio del personale, che potrebbe avvenire dopo l’estate. Nel frattempo il Cvn continuerà guidato dal liquidator­e, che dovrebbe essere nominato in un mese.

Intanto oggi nuovo test del Mose: saranno chiuse tutte le bocche a partire dalle 10.30, ma la marea prevista è di appena 55 centimetri.

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