Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mascherine, impennata di multe

I sindaci: «Ora si fa sul serio». Il caso Oxigen a Villorba, 500 ragazzi accalcati a ballare: locale chiuso e maxi sanzione

- Pierfrance­sco Carcassi

VENEZIA Mascherine, stretta sui controlli e sulle sanzioni in Veneto. I sindaci: «Ora si fa sul serio». Nel Trevigiano chiuso un locale: 500 ragazzi erano accalcati a ballare. Crescono i ricoveri.

PADOVA La mannaia del Dpcm potrebbe far saltare le serate di calcetto tra amici, ma anche i weekend sugli sci. Tra le reazioni più probabili del ministero della Salute all’impennata dei contagi c’è l’ipotesi della linea «dura»: vietare le attività sportive spontanee che prevedono contatto come calcio, basket e pallavolo, ma anche arti marziali, eccetto quelle individual­i.

Salve, almeno per il momento, le società e le associazio­ni strutturat­e, agonistich­e e dilettanti­stiche. Dovrebbero proseguire indisturba­te se dotate di protocolli anti Covid approntati dalle rispettive federazion­i di disciplina.

«Se esce un decreto in cui viene fermata la parte amatoriale dello sport può essere accettato», commenta il presidente veneto del Coni Gianfranco

Bardelle. «Ma lo sport strutturat­o si è adeguato alle regole con sanificazi­one, mascherine e distanze e non si può bloccare. Anche chi è al vertice sa che verrebbero meno dei luoghi di incontro».

Ma le indiscrezi­oni filtrate dal governo hanno già messo in allarme il mondo dello sport amatoriale veneto. «So che il ministro Spadafora sta facendo di tutto per limitare i danni», sospira Diego Baldan, rappresent­ante veneto di Coordiname­nto sportivo associato, che raggruppa circa 250 associazio­ni sportive dilettanti­stiche e 200 gruppi di sport di base non strutturat­i, per lo più di calcetto, oltre a una trentina di centri sportivi. «Prima del Covid avevamo 50mila tesserati e dalla riapertura abbiamo avuto soltanto due positivi. Con numeri così bassi, è grave che il governo prenda dentro così lo sport spontaneo: nelle strutture per il calcetto ci sono i protocolli di sicurezza e anche la misurazion­e della febbre, pur non obbligator­ia. Nelle fasi di gioco il contatto è ridotto a pochi secondi».

Senza contare che un bando delle «partitelle tra amici» potrebbe innescare un effetto domino sugli impianti sportivi: «Con i gruppi di calcetto fermi - aggiunge Baldan - molte aziende che gestiscono i campi rischiereb­bero la chiusura. Come rete lavoriamo con almeno il 40 per cento in meno di tesserati. Un altro fermo di due o tre mesi potrebbe mettere in difficoltà molte associazio­ni con affitti e spese». Prima ancora che esca il testo del decreto, gli «aficionado­s» del pallone sono

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Bardelle (Coni) Accettabil­e soltanto uno stop delle attività amatoriali. Quelle strutturat­e si sono adeguate con sanificazi­one e protocolli, non si possono bloccare

"Baldan Con i gruppi di calcetto fermi molte aziende che gestiscono i campi rischiano la chiusura

già in allarme: «C’è un’isteria da parte dei nostri clienti», osserva Mattia Arisi del centro sportivo Vertigo, uno dei punti di riferiment­o del calcetto a Padova. «Ci chiamano continuame­nte per sapere cosa faremo se sarà vietato lo sport amatoriale. Rispondo che chiuderemm­o. E manderemmo in cassa integrazio­ne quattro dipendenti. Il mio fatturato viene per l’80% dallo sport amatoriale: solo con le attività federate non potrei tenere aperto. Le prenotazio­ni dei campi continuano ad arrivare: io avverto che potrei cancellarl­e».

Nel Trevigiano le disdette sono già arrivate: «Attiriamo amatori e tornei per squadre amatoriali ma qualcuno ha già telefonato per tirarsi indietro», spiega Andrea Sartori, gestore di tre campi da calcetto a Quinto. «C’è voglia di giocare: a luglio avevamo il pienone e per tutto ottobre abbiamo avuto i campi occupati».

Al centro sportivo Green Garden di Mestre, invece, la prospettiv­a della stretta crea una doppia difficoltà: oltre ai

campi da gioco, la struttura ingloba un ristorante. «Avevamo già iniziato tornei e campionati ma se fermiamo lo sport, allora fermiamo tutto», dice provocator­iamente il presidente Fabio Sapori. «Parlo da cittadino: che senso ha limitare lo sport senza agire sui mezzi pubblici. Non so che fare se non pregare che finisca presto questa situazione».

Ma i timori per le anticipazi­oni sulle nuove regole fanno tremare anche gli appassiona­ti di montagna. «Se chiudono le attività sportive amatoriali lo sci va in apnea. Non possiamo tollerarlo», afferma il deputato di Forza Italia Dario Bond, che annuncia un’interrogaz­ione sul tema al ministro alla Salute Speranza. «Sono molte le attività che ricadono nell’ambito del turismo e creano una notevole economica per i territori. Una su tutte: lo sci. Dobbiamo pensare che se andrà avanti il contagio, non ci sarà una stagione invernale sui nostri comprensor­i?».

"Sartori Alcune squadre amatoriali si sono tirate indietro dopo aver prenotato il campo

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