Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Impennata di multe All’Oxigen di Treviso 500 in pista a ballare senza mascherina
Controlli a tappeto sulla movida I sindaci: «Ora si fa sul serio»
VENEZIA Una volante piazzata in pieno centro a Padova e, nel pomeriggio, scattano i controlli. La linea soft, un po’ a macchia di leopardo, sta rapidamente svanendo. L’obbligo di mascherina, che sia all’aperto secondo le norme più recenti, o tanto più nei locali chiusi, è tornata ad essere la linea Maginot per contenere la seconda ondata di Covid-10. Tanto che oltre alla mascherina, per il primo consiglio regionale di giovedì, sarà necessario aver fatto un test rapido. Un caso eclatante si registra nel Trevigiano dove il blitz della polizia e dei vigili del Fuoco all’Oxigen di Villorba ha immortalato esattamente cosa non si può e non si deve fare. In pista, dopo aver fermato i piatti del dj e acceso le luci, c’erano cinquecento giovani. Età media: vent’anni. Pigiati l’uno sull’altro e, di fatto, senza alcuna mascherina. Non basta, alla «trasgressione sanitaria» si è aggiunta anche quella autorizzativa visto che il locale ha solo la licenza per la somministrazione di bevande e non per il ballo. Quasi superfluo aggiungere che è immediatamente scattata la chiusura del locale al cui gestore è stata comminata una sanzione di 20 mila euro senza contare la denuncia penale. A Montebelluna, poi, sono scattate altre 23 multe per il mancato rispetto delle normative anti Covid. Sabato scorso i carabinieri hanno controllato un locale del centro, in piazza Negrelli «pizzicando» 23 ragazzi fra i 15 e i 19 anni: niente distanziamento e, nella quasi totalità, niente mascherina. Una sala slot, un bar e un ristorante tra i locali pubblici polesani chiusi per 5 giorni dai Nas dei carabinieri di Padova dopo i controlli. Per tutti multa da 400 euro, decurtata a 280 se pagata entro cinque giorni dalla notifica. Le violazioni sono sempre le stesse: mancato distanziamento, mancanza di gel disinfettante e di mascherina. Padova, città universitaria, serra i ranghi. Sono cinque le persone sanzionate, questa volta dalla polizia locale, a Padova perché non indossavano la mascherina all’aperto o non l’avevano con sé. Si tratta delle prime multe nella città euganea dopo il ritorno dell«obbligatorietà a usare le protezioni per naso e bocca» anche all’aperto. A girare per strada, in realtà, la maggior parte dei padovani pare aver aderito alle nuove indicazioni con l’eccezione, però, di giovani e giovanissimi. La situazione più classica è l’uscita da scuola con i capannelli di studenti in attesa di prendere l’autobus per tornare a casa. «Dopo aver fatto tutta l’informazione possibile con cartelli e quant’altro, dopo aver detto in ogni modo che dobbiamo proteggerci e con noi proteggere la città, dopo averle pure regalate le mascherine nei mesi in cui non si trovavano, e soprattutto dopo la chiusura drammatica di oltre 60 giorni - ha spiegato il sindaco Sergio Giordani - adesso è giusto che ci siano anche le sanzioni, perché quello che abbiamo passato non vogliamo più riviverlo». Giordani che si era dichiarato pronto a procedere con l’obbligo della mascherina all’aperto anche prima del giro di vite nazionale, aggiunge «Non si tratta di fare gli sceriffi ma di agire con buon senso e con tutti gli strumenti per proteggere la nostra comunità da quello che sarebbe un vero e proprio disastro: sanitario, sociale ed economico».
Casi sporadici si registrano anche a Vicenza dove l’attenzione, comunque, resta alta. Dopo le due multe elevate proprio nelle prime ore di ufficialità del nuovo obbligo di mascherina all’aperto, nel fine settimana anche nel capoluogo berico si sono registrate altre due sanzioni da 400 euro (il minimo previsto) nella zona della movida pattugliata dalla polizia locale. Due i multati, quindi, ma almeno una ventina «invitati all’utilizzo corretto del dispositivo di protezione». Controlli anche sui locali, una trentina, che sono però risultati in regola. Se le multe non sono ancora staccate a tambur battente, la morsa dei controlli si stringe. Si moltiplicano gli appelli accorati dei primi cittadini: «Questo è un momento delicato. - dice il sindaco di Vicenza Francesco Rucco – Invito tutti ad attenersi scrupolosamente alle norme. Siamo in attesa del nuovo Dpcm che potrebbe contenere disposizioni più restrittive proprio per la movida». Insomma, meglio prepararsi.