Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Influenza, vaccinazio­ni nei palasport e nelle tende

Tutti lo vogliono, ma c’è solo per i soggetti a rischio

- M.N.M.

VENEZIA L’anno scorso bisognava rincorrere la gente, quest’anno tutti lo vogliono, al punto che i medici di famiglia hanno stretto accordi con i sindaci, le Diocesi e la Protezione civile per contenere le masse in palasport, tende, ex scuole, palestre, parrocchie e sedi dei Consigli di quartiere. Ricercato speciale il vaccino anti- influenzal­e, con l’emergenza Covid-19 più che mai salva-vita, non solo per evitare di prendersi entrambi i virus ma anche per consentire subito la giusta diagnosi, poiché i sintomi sono simili.

Tanti veneti hanno cominciato a chiederlo al proprio dottore o in farmacia già il mese scorso, ma la campagna ufficiale è partita ieri, quando le Usl hanno finito di consegnare a medici di famiglia e pediatri di libera scelta una parte delle 1.360.830 dosi comprate dalla Regione (contro le 800mila dell’autunno 2019), e ampliabili fino a 1.567.000, per una spesa di 8.304.037 euro. Il Veneto è una delle dodici Regioni ad essersene accaparrat­a un quantitati­vo adeguato a proteggere il 75% degli over 60 e dal 13 ottobre potranno essere vaccinati 259.299 bambini dai sei mesi ai 6 anni, 312.414 veneti tra i 60 e i 64 anni e 1.122.005 over 65. Tutti questi 1.693.718 residenti hanno diritto alla vaccinazio­ne gratuita, perché inseriti nelle categorie a rischio, insieme a operatori sanitari, ospiti delle case di riposo, donne in gravidanza, malati cronici, familiari e contatti di soggetti ad alto rischio di complicanz­e, addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, forze dell’ordine, donatori di sangue, lavoratori a contatto con animali.

Tutti loro potranno assumere gratuitame­nte il vaccino dal proprio medico o pediatra oppure al Distretto dell’Usl di appartenen­za. Le dosi che avanzerann­o saranno destinate al resto della popolazion­e, che potrà comprare l’anti-influenzal­e in farmacia (10 euro di media) e poi farselo inoculare sempre dal medico di base, o andare all’Usl, pagando 10 euro di ticket regionale. «Noi anconovemb­re ra non lo abbiamo — avverte Franco Gariboldi Muschietti, presidente di FarmacieUn­ite — ma un accordo con la Regione prevede che dal primo dovremmo riceverne 68mila. Certo, non è molto per 1400 farmacie, ma in settimana rivedremo l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, e vedremo se ci sarà la possibilit­à di ottenerne una quota maggiore». Il problema è che sul mercato non se ne trovano più. «Ogni vaccinato garantisce l’immunità per se stesso e per altre tre persone, quindi se tutti gli aventi diritto lo assumerann­o l’intera popolazion­e veneta sarà tutelata — spiega Domenico Crisarà, portavoce della Fimmg, sigla dei medici di base —. E poi le misure antiCovid, cioè mascherina, igiene delle mani e distanza sociale, ostacolano anche la diffusione del virus dell’influenza».

L’anno scorso la copertura raggiunse il 54.2% delle categorie a rischio e il 31.7% degli operatori sanitari, poco. Ieri i direttori generali delle Usl, si sono vaccinati in diretta Facebook per dare il buon esempio. di sicurezza». Chiude Crisarà: «Per noi dovere etico vaccinarci».

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Tra medici Maria Teresa Gallea, cavaliere, vaccina Crisarà (Fimmg)

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