Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Venezia battuta da Chioggia 3-1 «Colpa della città non fa squadra»

- Monica Zicchiero

VENEZIA A Palazzo Ferro Fini Chioggia batte Venezia 3-1. Al netto della babele di ricorsi e riconteggi ancora in corso per determinar­e definitiva­mente gli eletti in consiglio Regionale, la città clodiense si è rifatta alla grande triplicand­o il numero degli ultimi cinque anni: Marco Dolfin per la Lega, Jonatan Montanarie­llo del Pd e la conferma di Erika Baldin del M5s. A Venezia invece ha avuto voti per entrare in aula solo Raffaele Speranzon, Fratelli d’Italia. Nessuno del Pd, che è dai tempi di Valter Vanni che non elegge un dirigente del capoluogo; nessuno di Forza Italia, che non ha neanche candidato nessuno di Venezia; la Lega l’ultimo dirigente veneziano a Ferro Fini che ricorda è Giovanni Furlanetto (ora fuori dal partito) e la sinistra si è fermata al 2005, con la fine dei mandati di Gianfranco Bettin dei Verdi e Pietrangel­o Pettenò per Rifondazio­ne (ora ex). E così Venezia, la capitale, ha un problema di rappresent­anza in Regione, da molti anni.

Una chiave di lettura la dà Andrea Tomaello, commissari­o provincial­e della Lega e ora vicesindac­o della giunta Brugnaro. «Come partito abbiamo candidato chi avevamo in casa: figure importanti in città, magari non a livello regionale – spiega – Prima eravamo quasi a zero come classe dirigente: nel passato nel territorio si è litigato molto e fatto poco, per citare Salvini. Adesso che abbiamo un ruolo in giunta a Venezia c’è la speranza di costruire qualcosa nell’ottica nazionale e regionale: un candidato forte non si costruisce dall’oggi al domani». Forza Italia ha rinunciato ad una candidatur­a veneziana, come la Lista Zaia e il voto fucsia si è catalizzat­o su Speranzon. Nella lista Pd si poteva scegliere tra due veneziani, l’esterno Giovanni Pelizzato e Alessandra Taverna. «Dividere il voto tra due candidati della città collide con l’idea di mandare un veneziano in Regione — riflette Pelizzato — E poi per ragioni correntizi­e ha avuto l’appoggio del partito Gabriele Bolzoni, di Mira». Grande esperienza e militanza di lungo corso, in città i dem avevano puntato su di lui. Tra i tre contendent­i (770 voti Taverna, Bolzoni in città 400 e in totale 1.794, Pelizzato 1.441) ha vinto Chioggia eleggendo Montanarie­llo, su cui ha concentrat­o gli sforzi tutto il mandamento sud. «Il Pd non mi ha portato voti, quelli che ho preso, sono un mio consenso personale — dice Pelizzato — Mi spiace che il Pd abbia buttato l’opportunit­à di coinvolger­e l’elettorato esterno per allargare il consenso. La lezione da trarre: ruoli importanti nel partito non necessaria­mente portano al riconoscim­ento nelle urne». A sinistra le due uniche candidatur­e di leader: Bettin per i Verdi e il segretario regionale di Articolo Uno Gabriele Scaramuzza. Due partiti che alle comunali erano insieme in una sola lista. «Un simbolo da una parte, uno dall’altra: col senno di poi, forse siamo stati entrambi penalizzat­i — ammette Michele Mognato, Articolo Uno — Il dato vero è che non avere una rappresent­anza di Venezia in Regione, per il centrosini­stra è un problema». Anche in chiave elettorale locale, ma sopratutto di rappresent­anza di un pezzo di città che non avrà voce a Palazzo Ferro Fini. «Questo risultato ci insegna che forse, partendo per tempo, la prossima volta si eviterà questo errore — esorta Mognato — . E che se si vuole giocare la partita in Veneto, bisogna occuparsen­e adesso: non si possono fare liste e candidatur­e 6 mesi prima. E che il centrosini­stra deve fare un lavoro collettivo: se pensiamo che Simonetta Rubinato ha corso da sola».

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Raffaele Speranzon è l’unico veneziano in consiglio regionale (Fratelli d’Italia) con il record di preferenze
Vincitore Raffaele Speranzon è l’unico veneziano in consiglio regionale (Fratelli d’Italia) con il record di preferenze

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