Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Via all’Autorità della laguna tra un mese «liquidato» il Cvn
Sì della Camera, ora è legge. I «mal di pancia» M5s: non coinvolti
VENEZIA Per fine novembre verrà nominato il commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova. Entro Natale il presidente del nuovo ente. E dopo le varie nomine del comitato di gestione e l’approvazione dello Statuto, per marzo-aprile la nuova Autorità per laguna dovrebbe essere operativa per gestire il Mose e tutto l’ecosistema attorno a Venezia. Il via libera è arrivato ieri sera dalla Camera, che ha convertito in legge il «decreto Agosto» uscito la settimana scorsa dal Senato: una scelta obbligata, visto che in entrambi i casi – dopo aver accolto alcuni degli emendamenti ai 115 articoli sulle «misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia» – il governo ha messo la fiducia. «Da oggi l’Autorità per Venezia è legge. Un obiettivo raggiunto rapidamente, nel quale come governo abbiamo creduto, lavorando con determinazione - ha twittato in serata il sottosegretario Pd di Palazzo Chigi Andrea Martella, il “padre” dell’articolo 95 su Venezia - Si realizza così una nuova governance per la laguna. Uno strumento operativo che guarda al futuro e valorizza questa città speciale».
L’Autorità avrà un comitato di gestione con il presidente (che dovrebbe essere un tecnico) e altri sette membri: quattro ministeriali (Infrastrutture, Ambiente, Beni Culturali ed Economia) e tre di Regione, Città metropolitana e Comune. Ci sarà poi un comitato consultivo di sette esperti, a cui parteciperanno, oltre agli enti locali, anche Porto, Capitaneria, l’Ispra e l’Autorità di bacino. Quest’ultima è stata inserita in sede di discussione degli emendamenti, ma i ritocchi sono stati limitati. Gli ambientalisti, che hanno trovato nella senatrice M5s Orietta Vanin un punto di riferimento, volevano che l’ente, invece di essere incardinato al Mit, lo fosse al ministero dell’Ambiente, ma l’unico risultato ottenuto è stato quello di coinvolgerlo proprio nella nomina del presidente. Vanin ha accusato anche il proprio partito di aver ceduto al Pd, che ha trattato solo con il ministro Federico D’Incà e la deputata Arianna Spessotto. «Io non me ne sono occupato direttamente - dice l’altro deputato pentastellato Alvise Maniero - Però l’impianto è stato creato tutto dal Pd ed è arrivato abbastanza blindato. Noi parlamentari del territorio non siamo stati coinvolti». Ora però bisogna girare pagina, secondo l’ex sindaco di Mira. «Il sollevamento del 4 ottobre, che ha difeso Venezia, è stata una buona notizia dopo 35 anni, 7 miliardi spesi e una pletora di tangenti - conclude - Ora però vorrei che fosse ribadito che si tratta di un’opera nazionale: che nessuno pensi di addossare i costi ai veneziani». Anche Regione e Comune non avevano gradito la formulazione del testo, ritenendo che gli enti locali fossero messi in disparte e chiedendo che fossero invece maggioranza nel board. Ca’ Farsetti ha anche ipotizzato un’incostituzionalità della nuova governance, proprio perché con il nuovo soggetto verrebbero attribuite allo Stato materie concorrenti con la Regione o oggetto del negoziato sull’autonomia.
L’Autorità avrà, a regime, cento dipendenti e sarà affiancata da una società tecnica in house: nei giorni scorsi proprio su questo tema i sindacati hanno incontrato il super-commissario del Mose Elisabetta Spitz, chiedendo garanzie per i 261 lavoratori di Cvn e delle partecipate Comar e Thetis. Vengono inoltre stanziati 40 milioni di euro all’anno fino al 2034 per la manutenzione del Mose e stoppato il deposito Gpl di Chioggia, in quanto inserito in un sito Unesco.
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Martella
Nuova governance, uno strumento operativo che guarda al futuro e valorizza una città speciale