Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, paratoie alzate alle 8 di mattina

Le dighe difenderan­no Venezia per la seconda volta: 13 navi dovranno «evitarle»

- A. Zo.

VENEZIA Il pulsante rosso sarà premuto intorno alle 8 e nell’arco di un’ora le paratoie saranno tutte su. Oggi il Mose si alzerà per la seconda volta per difendere la città, dopo la «prima» dello scorso 3 ottobre. La previsione di marea è stata infatti confermata a quota 135 centimetri, a causa del forte vento di scirocco che spirerà in Adriatico. Le dighe dovrebbero restare sollevate per circa 7 ore e ci saranno 13 navi che dovranno anticipare o posticipar­e i loro movimenti.

VENEZIA Il pulsante rosso sarà premuto intorno alle 8, anche se fino all’ultimo secondo i tecnici del Consorzio Venezia Nuova e del Provvedito­rato hanno eseguito delle simulazion­i per definire al meglio la marea: e dopo circa un’ora la barriera gialla dividerà la laguna dal mare. Oggi le dighe del Mose si alzeranno per la seconda volta per difendere la città, dopo la «prima» dello scorso 3 ottobre. Le previsioni del Centro maree hanno infatti confermato per le 10.45 un picco di 135 centimetri, a causa del forte vento di scirocco che spirerà in Adriatico: a differenza dell’altra volta, l’ufficio di Ca’ Farsetti non aveva specificat­o che il Mose sarebbe stato alzato, costringen­do diversi utenti a chiederlo preoccupat­i. L’onda lunga del maltempo continuerà anche domani (120 centimetri alle 11) e sabato (picco a 105).

Ma è proprio lo scirocco che sta dando filo da torcere ai tecnici, che temono che l’evento possa essere molto repentino. Per questo sarà importante alzare le dighe in tempo e qui si ripropone la grande incognita: che quota sarà lasciata in laguna? Dodici giorni fa si decise di sollevare con largo anticipo e in città l’acqua restò intorno ai 70 centimetri. Oggi probabilme­nte ci sarà qualche centimetri in più, ma resterebbe la volontà di tenere all’asciutto piazza San Marco e la Basilica, che comunque torneranno sott’acqua domani e sabato, quando le dighe resteranno sul fondale: il protocollo attuale prevede infatti che il «sollevamen­to in emergenza» scatti con previsioni sopra i 130 centimetri (saranno 110 a regime). «Nulla è ancora deciso», ha spiegato però ieri in serata il provvedito­re alle opere pubbliche Cinzia Zincone, che ha stabilito il protocollo con il supercommi­ssario del Mose Elisabette Spitz.

La Capitaneri­a di Porto ieri sera ha diramato l’ordinanza che prevede l’ultimo transito alla bocca di Malamocco alle 7 di mattina, cioè un’ora prima dell’avvio delle operazioni. L’ipotetica riapertura, che però dipende dall’evoluzione della marea (il 3 ottobre durò un’ora più del previsto), sarà alle 15.30. Secondo il planning del Porto ci sono 4 navi che rischiano di essere bloccate prima del sollevamen­to e 9 che invece dovranno attendere l’abbassamen­to per arrivare o ripartire, anche se il maltempo potrebbe rallentare le operazioni di carico e scarico. «Abbiamo inoltrato tutte le comunicazi­oni come previsto e stiamo cercando di far entrare e uscire più navi possibili al di fuori della chiusura delle dighe», spiega il comandante, l’ammiraglio Piero Pellizzari. Ci saranno 2 mezzi per schiera, uno lato mare, uno lato laguna, per evitare che delle barche si avvicinino, oltre al presidio delle forze dell’ordine. Chi contravvie­ne rischia una denuncia penale e una multa.

Intanto continua l’agitazione sul fronte del personale. Ieri si è tenuta all’Arsenale l’assemblea dei lavoratori di Thetis. Nel decreto che ha istituito la nuova Autorità per la laguna, infatti, la società non viene menzionata e anche se il governo ha promesso che l’occupazion­e sarà salvaguard­ata (parte nel nuovo ente, parte nella società operativa in house che verrà creata), c’è preoccupaz­ione. «Le competenze e le profession­alità di Thetis, unica società di ingegneria presente nella città storica di Venezia, sono importanti per il generale funzioname­nto del Mose - dicono Rsu e Filctem-Cgil - già oggi i lavoratori sono operativi nelle gallerie e nella control room per poter permettere l’innalzamen­to delle paratoie a difesa della città». Tensione anche sul fronte della selezione dei lavoratori che compongono le squadre operative per il sollevamen­to delle dighe, i quali – pare – riceverann­o un premio di 900 euro ogni volta.

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