Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Chioggia, due milioni di danni dalla tromba d’aria
Il sindaco scrive alla Regione per lo stato di crisi per calamità: «Un fondo per i risarcimenti»
CHIOGGIA A Chioggia è iniziata la conta dei danni. Ieri mattina il sindaco Alessandro Ferro ha effettuato un nuovo sopralluogo nelle zone colpite dalla tromba d’aria dopo quello di giovedì pomeriggio: secondo le prime stime effettuate dai tecnici e dalle rilevazioni dei privati si parla di un danno di almeno 2 milioni di euro. Il tutto senza contare il denaro necessario per risistemare la spiaggia. In questo caso bisognerà ripulirla dai detriti ma anche intervenire con un nuovo ripascimento, l’ennesimo, che richiederà altre decine di migliaia di euro.
Date le criticità riscontrate al termine del sopralluogo il sindaco ha inviato una comunicazione ufficiale alla Regione e alla Protezione civile affinché venga dichiarato lo stato di crisi per calamità e sia messo a disposizione della città un contributo per fare fronte alle richieste di risarcimento dei danni patiti dai cittadini, imprese e associazioni, a causa dell’eccezionale evento meteorologico. Le zone più colpite sono state quelle di Sottomarina, in particolare nella sua fascia centrale, e Borgo San Giovanni. Il tornado si sarebbe formato in acqua e poi si è avvicinato alla costa fino a toccare terra, questo ha determinato gravi danni lungo tutta fascia costiera, scoperchiando i tetti dei magazzini degli stabilimenti balneari e dei campeggi, portando via con sé anche dell’attrezzatura mentre in città sono caduti rami di alberi, alcuni sono stati direttamente sradicati. Diverse tettoie sono state sollevate come anche le tegole del tetto del bar adiacente alla stazione ferroviaria. All’interno del cantiere del Mose una gru è stata letteralmente piegata dal vento finendo per sfiorare un gruppo di operai mentre un container è stato spinto in acqua.
Prima, durante e dopo il passaggio della tromba d’aria la città è stata spazzata da una forte bora accompagnata da un’abbondante pioggia che ha portato alcune strade e piazze ad allagarsi, probabilmente per i tombini intasati. Il baby Mose è entrato regolarmente in azione, limitando i danni della marea, arrivata però solo a quota 91, pochi centimetri sopra il livello di esercizio della piccola diga, che si alza a 88: questo proprio grazie al Mose, che ha tenuto fuori dalla bocca di porto l’acqua a 144. In ogni caso Ferro ha annunciato che convocherà un tavolo tecnico con Provveditorato, Consorzio Venezia Nuova e la ditta incaricata al sollevamento delle paratoie per capire se in condizioni come quelle di giovedì, sia possibile anticipare l’entrata in funzione del sistema.