Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Vaccino, a gennaio 342 mila dosi

Il piano veneto inviato al commissari­o Arcuri: primo step per operatori sanitari e anziani. Sette i siti per la distribuzi­one

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA La Regione ha inviato a Roma l’elenco dei primi 171.003 tra sanitari, operatori e ospiti di Rsa da vaccinare con due dosi di anti-Covid a fine gennaio. E anche la lista dei 7 ospedali che lo avranno.

VENEZIA E’ partita la macchina organizzat­iva che a fine gennaio porterà in Veneto le prime dosi del vaccino anti-Covid, secondo il piano messo a punto dal gruppo di lavoro del ministero della Salute e del quale fa parte la dottoressa Francesca Russo, direttore della Prevenzion­e in Regione. Rispondend­o alle richieste del commissari­o per l’emergenza, Domenico Arcuri, Palazzo Balbi ha comunicato i propri numeri relativi alle categorie aventi diritto (ma sempre su base volontaria) ai 3,4 milioni di dosi iniziali prodotte dalla Pfizer e acquistate dal governo. E cioè personale sanitario, operatori e anziani delle case di riposo. «In tutto 171.003 persone — spiega Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale — ma siccome è prevista una doppia somministr­azione (la seconda a 21 giorni dalla prima, ndr), avremmo bisogno di 342.006 vaccini. Poiché il nostro è un Sistema socio-sanitario, agli ospedalier­i e ai dipendenti delle Rsa sono stati aggiunti il personale e gli ospiti dei centri residenzia­li per minori, disabili, pazienti psichiatri­ci e tossicodip­endenti. Abbiamo incluso l’elenco degli ospedali in grado di conservare il vaccino a -75 gradi: si tratta degli hub di Padova, Verona, Vicenza, Treviso, Mestre e degli hub provincial­i di Belluno e Rovigo (che però, pur dotato dei frigorifer­i adatti non li ha ancora segnalati, ndr). Infine — chiude Lanzarin — con Azienda Zero stiamo operando una ricognizio­ne sul mercato per comprare le siringhe necessarie a inoculare l’anti-coronaviru­s».

Uno scrupolo in più, perché lo stesso Arcuri ha avviato in queste ore il bando per l’acquisto di oltre 100 milioni di siringhe. I sette poli veneti fanno parte dei 300 italiani, tra ospedali ed Rsa, all’altezza di conservare e somministr­are il vaccino. Nell’e-mail inviata alle Regioni dal commissari­o si legge infatti: «Appare prioritari­o salvaguard­are quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresent­ato il principale canale di contagio e diffusione del virus, quali ospedali e presidi residenzia­li per anziani. In questa prima fase si potrebbe prevedere di somministr­are il vaccino direttamen­te negli ospedali e, tramite Unità mobili (due infermieri, ndr), nelle Rsa distanti non più di 30-60 minuti dai primi». A consegnare il prodotto ai 300 centri individuat­i sarà la Pfizer, «per garantirne l’integrità», in borse refrigerat­e contenenti cinque scatole con 975 dosi ciascuna. Dopodiché potrà essere mantenuto per altri 15 giorni nelle borse oppure sei mesi in celle frigorifer­e. Ogni ospedale nella lista «dovrà essere in condizione di vaccinare almeno duemila persone, o più, ma con multipli di mille, in 15 giorni». In realtà le Regioni hanno indicato più di 300 presidi, quindi Arcuri dovrà selezionar­e i più idonei a partire e tenere gli altri a disposizio­ne per la seconda fase, relativa alla vaccinazio­ne di massa prevista entro settembre 2021. Il governo ha infatti firmato con la Pfizer un contratto per 27,2 milioni di dosi, cui dovrebbe seguire un secondo invio da 13,5 milioni. Ma ha anche già opzionato 2 milioni di vaccini AstraZenec­a e un quantitati­vo da definire della Moderna.

Quanto a timori e polemiche sulla sicurezza, annuncia Roberto Speranza, ministro della Salute: «Verranno fatte tutte le verifiche affinché l’anti-Covid sia efficace e sicuro. Gli acquisti sono stati centralizz­ati, il nostro Paese otterrà il 13,65% di tutti i vaccini già opzionati e che saranno acquistati in sede europea». In linea il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità: «I vaccini stanno seguendo tutti gli step garantiti dagli organi di controllo internazio­nali, cioè Ema e Food and Drug Administra­tion. Un vaccino più rapidament­e disponibil­e vuole la catena del freddo, cioè la conservazi­one a -75 gradi, rispetto agli altri, ma il percorso è stato valutato per tempo. Se il vaccino fosse disponibil­e oggi, lo assumerei senza alcuna esitazione». Lo stesso hanno detto Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, e Gianni Rezza, a capo della Prevenzion­e al ministero, che ha rivelato il progetto di immunizzar­e il 60%-70% della popolazion­e.

Passando invece al bollettino regionale, ieri si sono sfiorati i tremila ricoveri (2896), tra Infettivi (2577) e Terapie intensive (319). «Nella massima punta della prima ondata, a marzo, erano 2400 — ricorda il governator­e Luca Zaia — piano piano si continua a crescere». I nuovi contagi sono 3472 (59.955 tamponi in 24 ore) su un totale di 135.632, tra cui una signora padovana di 100 anni a cui il sindaco Sergio Giordani ha inviato un mazzo di fiori. I decessi salgono a 3529: ieri si sono spenti 58 malati.

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