Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Sci, ristori certi se si apre a gennaio»
Ieri l’incontro sul nuovo Dpcm fra governatori e ministri. Zaia: «Senza stagione la montagna muore». Veneto verso la conferma in zona gialla
Continua il braccio di ferro Regioni-governo per le piste da sci: sul tavolo il nuovo dpcm e le aperture di Svizzera e Austria. Se l’Italia chiude, Zaia chiede ristori e di «evitare che altri aprano». Oggi arriva anche il verdetto sul «colore» del Veneto.
VENEZIA Sci, ristori, e «nomination» per il colore della settimana. Il Veneto vive una nuova attesa legata al binomio restrizioni e ristori. Un tema, di fatto, nazionale, ma su cui i presidenti di Regione fanno la voce grossa. Ieri pomeriggio si è tenuto il primo Tavolo di confronto Regioni-governo in vista del prossimo Dpcm. Fra le richieste dei governatori, in dialogo con i ministri Francesco Boccia, Affari Regionali e Roberto Speranza, Salute, c’è quella di lasciare i licei con la didattica a distanza fino a gennaio. A tenere banco, però, è stato soprattutto l’affaire impianti di risalita. Lo sci è diventato, ormai, tema incandescente. Ieri Svizzera e Austria, decise a riaprire, hanno invitato gli sciatori italiani a passare il confine per raggiungere le loro piste. In un déja-vu a stagioni invertite con i «corridoi del mare » invocati l’estate scorsa da Paesi come la Croazia, l’ipotesi di aperture diversificate ha fatto dire all’Europa che un provvedimento unico era impossibile visti i quadri epidemiologici. Nel pomeriggio, però, è risuonata la voce autorevole di Angela Merkel che ha invocato chiusura uniforme degli impianti sciistici fino al 10 gennaio. Una linea rigorista che sembra far breccia, in queste ore, fra i ranghi del governo deciso a scongiurare una terza e ancor più disastrosa ondata di contagi.
L’antifona ormai sembra chiara e nel corso della riunione i presidenti delle Regioni avrebbero chiesto anche di valutare la chiusura delle frontiere se sarà confermato il divieto di aprire gli impianti da sci per evitare la concorrenza di quei Paesi che invece consentiranno lo sci. «I presupposti sono sempre gli stessi sugli sci - ha scandito il governatore Luca Zaia - la salute viene prima di tutto, ma se si chiude bisogna ristorare, e se si chiude e si ristora, bisogna evitare che gli altri aprano. Ci vuole un trattamento perequativo, altrimenti si fa la figura dei `pirla´ di fronte al mondo intero.
Chiudere le piste da noi e pensare che in Austria, in Svizzera e in Slovenia invece si può sciare diventa davvero difficoltoso e anche imbarazzante». Da qualche giorno il governatore batte sul tasto dei ristori basati sulla perdita di fatturato effettivo che, come ha annunciato nei giorni scorsi il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, dovrebbe essere il criterio adottato dal Ristori Quater. «In Austria - ricorda Zaia - danno fino all’80% del fatturato perso, idem in Germania con percentuali diverse. Penso che in Italia molti operatori avrebbero anche accettato percentuali inferiori. Invece si è fatta questa scelta; si pensi solo al tema del bonus che non ha cambiato la vita con i 600 euro. Così gli operatori si trovano più in difficoltà ad affrontare i temi di restrizione perché nessuno crede più ai ristori». Due giorni fa l’Agenzia delle Entrate comunicava che i ristori per il Ristori 1 e 2 è stato applicato a tutti gli aventi diritto in modo automatico e che dalla scorsa settimana è aperta la piattaforma per chi vorrà fare richiesta. Lo sci, che pure potrebbe apparire un tema collaterale, tiene invece banco per le implicazioni che comporta. «Lo sci - spiega Zaia - è uno sport salutare, fatto all’aria aperta, è un’ambiente ideale per non diffondere il contagio. Ovviamente bisogna evitare l’assembramento. È una partita complicata. Ma la chiusura dello sci è la fine della montagna. In conto bisogna mettere non solo l’impatto economico, ma anche sociale che sarà devastante». I ristori per gli impianti sciistici che si avviano a chiudere ci saranno proprio nel Ristori Quater oggetto di una riunione ieri pomeriggio cui ha partecipato anche Baretta.
Sul piano della tenuta sanitaria, il governatore Zaia ha fatto presente che l’Rt è «solido» e ha lasciato intendere che il Veneto dovrebbe restare in zona gialla. «Il venerdì è il giorno delle “nomination”, l’uscita per qualche regione: - dice Zaia riferendosi alle dinamiche del Grande Fratello televisivo - noi abbiano dati assolutamente solidi con l’Rt, e abbiamo sicuramente la situazione sotto controllo. Non si discute il fronte delle terapie intensive perché ci sono quelle previste per legge, 877, e anche quelle che abbiamo fatto in più, 123. Comunque aspettiamo il “verdetto”». Si lavora, intanto, sui casi delle valli dell’Agno con riunioni pressoché quotidiane per monitorare la situazione e su Auronzo dove domenica sarà effettuato uno screening di massa sulla popolazione dai 41 ai 75 anni. Così come si lavora su trasporto pubblico e sull’ipotesi di ingressi scaglionati per un’eventuale riapertura delle scuole. Zaia resta contrario: «Penso sia rischioso aprire la scuola il 9 dicembre e chiudere subito dopo. Concentriamoci su un’apertura più solida dopo l’Epifania».