Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sanificatori d’aria, è boom E le aziende si espandono
Dto, mille ordini al mese. L’esperto: valutare il ricircolo
VENEZIA Perossido di idrogeno, fotocatalisi, ionizzazione, lampade Uvc. Le tecnologie sono pressoché infinite e il mercato è letteralmente esploso rivitalizzando decine di aziende: è il boom dei sanificatori d’ambiente. Nati per eliminare dagli ambulatori medici soprattutto i batteri, i sanificatori si sono scoperti ottimi apparecchi in grado di eliminare da superfici e stanze anche i virus, con prezzi che vanno in media dagli 800 ai 3mila euro ad apparecchio.
Mentre macinano a pieno ritmo aziende di sanificazione con strumenti più tradizionali ad atomizzazione e ozono, come nel caso della veneziana Geodem Ambiente che, coinvolgendo le cooperat ive C.S.S.A. e Labor, ha costruito anche una partnership sociale, il vero boom sta negli apparecchi per la depurazione dell’aria. Gli ultimi dati in merito arrivano dall’azienda DTO di Spinea nel Veneziano che parla oggi di ordini per mille apparecchi al mese. Qui il miracolo avviene per fotocatalisi, cioè per azione della luce che provoca un processo ossidativo per la decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche nell’aria, tra cui anche i virus. «A richiedere i nostri sanificatori sono studi commerciali e medici, piccoli imprenditori, scuole, ma anche privati per l’uso domestico» afferma l’amministratore Pierantonio Del Turco, che commercializza i sanificatori dotati del filtro brevettato dalla startup milanese Nanohub. «A breve, sempre a Spinea, accanto alla nostra sede apriremo un nuovo showroom».
Anche il gruppo Orvim, attivo tra Venezia e Treviso, ha lanciato in questi mesi il nuovo progetto Safe-pod tutto dedicato ai sanificatori, questa volta con tecnologia a perossido di idrogeno: «Abbiamo utilizzato tecnologie adottate negli Usa per sanificare gli aeromobili e suggerite dall’Easa, l’agenzia europea per la salute» dice Renato Pellicioli, amministratore delegato del gruppo Orvim. «Le prime richieste ci sono arrivate dal mondo dell’istruzione, in particolare dall’Istituto Enrico Fermi e dal Liceo Marco Foscarini» racconta il co-ideatore Matteo Pellicioli. Eppure, tutto questo funziona davvero? «Le tecnologie funzionano perfettamente. Il punto è un altro – afferma Michele Vio, esperto veneziano in termotecnica – il problema è quante volte facciamo passare l’aria attraverso il filtro. Un rapporto accettabile è quello per cui il tasso di ricircolo corrisponda a quattro volte l’aria presente all’interno dell’ambiente. La portata del sanificatore deve cioè corrispondere per ogni volume all’immissione di quattro o cinque volumi di aria rinnovata all’ora». Tanto per capirci, in una sala operatoria il rapporto del rinnovo d’aria passa da uno a quattro a uno a venti, per diventare uno a sessanta se al ricambio si aggiunge anche la depurazione tramite il filtro. «Comprendere il funzionamento di questi strumenti però è molto complesso. Un consiglio? Fidarsi di chi già era esperto in materia, anche prima del Covid».