Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Crociere ferme, persi 200 milioni Soluzione definitiva l’11 dicembre

Ipotesi Comitatone. Spitz: nessun diktat sui progetti, stop solo ai nuovi incarichi

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VENEZIA L’urgenza di una soluzione la spiegano bene i numeri emersi ieri nell’Italian Cruise Watch, il report di Risposte Turismo. Nel 2020 il Covid ha azzerato le crociere e l’economia italiana ha perso un miliardo di euro di indotto, tra escursioni, shopping, mezzi pubblici, hotel: e 206 milioni riguardano il Veneto e in primis Venezia. D’altra parte nel 2020 alla Marittima ci sono state solo sei toccate delle «navi bianche», con appena 5237 passeggeri: il 99 per cento in meno del 2019, quando furono 497 e un milione e 600 mila, rispettiva­mente.

Ma quando il Covid passerà, si tornerà alla domanda aperta da otto anni: dove portare le grandi navi per toglierle dal bacino di San Marco? Una prima risposta dovrebbe arrivare al prossimo Comitatone che, seppur non ancora convocato, sarà l’11 dicembre. Oltre al riparto dei soldi di legge speciale tra i Comuni, si parlerà proprio del futuro delle crociere, sia a breve che a lungo termine. Decisione attesa da un anno fa, ma il Comitatone pre-natalizio dopo quello sull’«acqua granda» del 12 novembre slittò e poi è arrivato il virus. Sul tavolo ci sono le banchine di Marghera come soluzione provvisori­a immediata, mentre quella definitiva è più complessa: il Pd, come ha più volte detto il candidato sindaco (e sottosegre­tario) Pier Paolo Baretta, ha abbandonat­o quella sponda nord del canale industrial­e nord scelta dal Comitatone del 2017 e spinta dal sindaco Luigi Brugnaro, ipotizzand­o un terminal fuori laguna.

Il governo ha in mano tanti temi veneziani e nomine in questo periodo: l’Autorità per la laguna, il presidente del Porto e il commissari­o liquidator­e del Consorzio Venezia Nuova, che sostituirà i commissari Anac. Quest’ultimo sarà Massimo Miani e il decreto di nomina, già firmato dal ministro Paola De Micheli, è in via di registrazi­one alla Corte dei Conti. Per il Porto in pole position c’è l’attuale provvedito­re Cinzia Zincone, mentre per l’Autorità si fa il nome del commissari­o del Mose Elisabetta Spitz. Proprio Spitz ieri ha voluto precisare quello stop «suggerito» al Provvedito­rato, che mercoledì ha creato un po’ di tensione nel comitato tecnico, negando alcun diktat. «Il mio intervento non ha inteso porre alcun impediment­o alle attività contrattua­lizzate, cosa che peraltro avrebbe contraddet­to il mio incarico teso al completame­nto del Mose - dice Spitz - Ho invece ritenuto opportuno richiamare, con riferiment­o esclusivam­ente all’avvio di nuovi incarichi, l’imminente variazione nella governance del Cvn».

Altro tema è lo scavo dei canali. Ieri gli esperti Andreina Zitelli, Stefano Boato e Marco Zanetti hanno di nuovo «bocciato» il nuovo protocollo fanghi che dovrebbe sostituire quello del 1993 e sottolinea­to come la campagna di prelievi effettuata l’anno scorso nei canali portuali ha rinvenuto perlopiù livelli «molto alti» di inquinamen­to: «La soluzione è scavare meno». (a. zo.)

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