Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

POLITICA, DERIVA «PASTORALE»

- Di Massimiano Bucchi

Tra i cambiament­i che questa drammatica crisi ci consente di osservare c’è anche una nuova e preoccupan­te metamorfos­i della politica, che definirei «politica pastorale». Numerosi interventi dei nostri rappresent­anti istituzion­ali, infatti, richiamano le prediche paternalis­tiche dei curati di una volta, senza purtroppo averne l’empatia e il buon senso. Ecco allora il Presidente del Consiglio che raccomanda un «Natale di raccoglime­nto»; il Ministro della Salute che sta valutando quale sia il numero massimo o perfino ottimale di commensali con cui condivider­e i cenoni di Natale e Capodanno; il Governator­e del Veneto che raccomanda «uno spritz in meno per evitare il lockdown». Questa metamorfos­i, anche se non è certo limitata all’Italia, è rafforzata nel nostro Paese da due aspetti fondamenta­li. Li conosciamo, o dovremmo conoscerli, da ben prima della crisi pandemica, ma oggi li abbiamo davanti con sempre maggior forza. Il primo è l’incapacità di controllar­e e fare rispettare le leggi. Lo si vede in campo fiscale, dove l’incapacità di sanzionare gli evasori porta a normative cervelloti­che che hanno l’unico risultato di complicare la vita ai contribuen­ti onesti.

Lo si è visto in questi mesi di emergenza: anziché poche regole semplici e chiare fatte rispettare con fermezza (si pensi ai famosi «assembrame­nti»), continui decreti e ordinanze che creano confusione e incertezza.

Il secondo aspetto è il rapporto tra diritti e doveri dei cittadini e responsabi­lità istituzion­ali. Il messaggio della politica, in vista delle festività natalizie, è che non «bisognerà fare come a Ferragosto» e che se i contagi torneranno a salire sarà, in definitiva, colpa dei cittadini irresponsa­bili. Non so dove fossero Presidente del consiglio e ministri a Ferragosto, ma quel che è certo è che non sono stati i cittadini a sottovalut­are la possibilit­à di una seconda ondata, ma le istituzion­i (al punto che il ministro della Salute aveva già in uscita un libro sull’uscita serena dalla pandemia). Se si ritenevano pericolosi questi comportame­nti, andavano vietati e sanzionati.

Gli italiani hanno accettato e in larghissim­a misura rispettato (lo dicono i dati del Viminale) restrizion­i eccezional­i alla libertà personale mai sperimenta­te dopo la guerra (si pensi al coprifuoco). Queste restrizion­i, sarà il caso di ricordarlo, sono misure temporanee che servono a dare il tempo alle istituzion­i di prepararsi a rafforzare l’assistenza sanitaria, a organizzar­e trasporti e scuole più sicure, a consentire al maggior numero di lavoratori possibile di lavorare. Di questo dovrebbe occuparsi la politica, e non dei cenoni di Natale e Capodanno. La «politica pastorale» non è un dato pittoresco, ma il sintomo di una politica che sfugge dalle proprie responsabi­lità per scaricarle sempre sui cittadini.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy