Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Placet di Tomaello a Spitz e Zincone «Ma sull’Autorità il governo si fidi degli enti locali»

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Mose e Porto, il vicesindac­o leghista

VENEZIA Andrea Tomaello promuove le candidate in pectore di Cinzia Zincone (dal Provvedito­rato alle Opere all’Autorità Portuale) ed Elisabetta Spitz (da commissari­o per l’ultimazion­e del Mose a presidente dell’Agenzia per la Laguna). «Non posso dire di conoscerle. Ma con Zincone c’è stato un breve dialogo e mi è sembrata corretta e determinat­a. Spitz si è trovata a gestire una situazione non facile in una città non facile. E poi, tendenzial­mente lavoro bene con le donne», sorride.

Da qualche giorno, la sua prospettiv­a su Venezia è cambiata: ha preso casa in zona San Marco e sta traslocand­o da Mirano. Non che ci fosse bisogno di un trasloco per rivendicar­e una presenza del Comune più incisiva nella costituend­a Autorità che gestirà la salvaguard­ia, la grande opera e buona parte delle competenze che furono del Magistrato alle Acque. «L’assetto voluto dal governo non tiene conto della forte volontà di autonomia dei veneti e dei veneziani – osserva – Come se non ci si fidasse di come vengono gestite le cose qui, nonostante si siano date ampie prove di responsabi­lità».

Sulla nomina del presidente, Regione, Comune e Città Metropolit­ana saranno sentite. «Nel linguaggio romano vuol dire che ti fanno una telefonata per sapere se il nome va bene — traduce Tomaello — E poi nel comitato di gestione ci sono quattro rappresent­ati dei ministeri e tre degli enti locali: auspicavam­o che gestissero più direttamen­te, invece è solo lo Stato che governa e controlla». Il comitato farà lo Statuto, l’ atto costitutiv­o dell’Agenzia. « Import ant i s s imo: perciò auspico che siano scelte figure di comprovata esperienza e che possano col l abor a re con gli enti locali » , continua.

Tutto è urgente nel discorso complessiv­o laguna-porto. Con i progetti di escavo dei canali annunciati dal commissari­o Musolino, diventa però più impellente la questione della commission­e istituita dal decreto agosto di esperti di Ispra, Cnr, Arpav, Provvedito­rato, Istituto Superiore della Sanità che dovrà autorizzar­e ogni intervento. La competenza generale sarà dell’Autorità per la Laguna, quella puntuale della commission­e. «Senza mettere in discussion­e la competenza degli esperti, ho la preoccupaz­ione che a furia di creare enti, agenzie, commission­i, subcommiss­ioni, nessuno decida – si rammarica Tomaello - E se nessuno decide, il porto muore». Fare presto è l’appello, perciò sulle navi da crociera la maggioranz­a di Ca’ Farsetti fa quadrato sulla soluzione di mandare i grandi transatlan­tici a Marghera e tenere quelli più piccoli in Marittima. «La vedo come soluzione transitori­a, che poi è quella che compete agli amministra­tori locali per risolvere l’emergenza – spiega - Porti off-shore? Ok, ma non per i passeggeri: si intaserebb­e la laguna di altre imbarcazio­ni per portarli a Venezia». Ma siccome Marghera potrebbe ospitare contempora­neamente tre navi, dalla primavera all’autunno ci sarebbero ondate di 7.500 crocierist­i che per raggiunger­e la città storica salirebber­o su pullman e bus lungo il ponte della Libertà, già carico di suo. «Per questo auspico una soluzione innovativa – esorta il vicesindac­o – Non parlo di progetti improbabil­i come sublagunar­i e funicolari. Ma di un servizio che adoperi i binari ferroviari già esistenti».

Crociere Marghera soluzione transitori­a. Per portare i passeggeri a Venezia si usino i binari ferroviari

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