Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Infermieri «isolati» ma al lavoro Influenza, in arrivo 27 mila vaccini
Tutti negativi e in reparto per necessità. Moldavi, salgono i positivi: il dubbio sul voto
VENEZIA Vanno ogni giorno in ospedale a curare i pazienti ma non possono uscire di casa per nessun altro motivo: né per fare una passeggiata o la spesa. Sono almeno 60 – secondo Cgil Fp – i sanitari di Mirano in isolamento attivo, entrati in contatto con un contagiato ma che, essendo al momento negativi, continuano a lavorare per garantire la continuità dei servizi. Gli operatori sono stati messi in isolamento attivo dopo l’esplosione di un focolaio nel reparto di Medicina. « Sono aumentati i positivi del cluster dell’area i Medicina e Ortopedia di Mirano: tutti gli oltre 60 operatori del comparto sono stati posti in isolamento fiduciario attivo – denuncia la Cgil - La scelta dimostra come la carenza di personale determini scelte molto discutibili per la salute dei lavoratori e dei cittadini». L’Usl 3, che non dà informazione precise sul numero degli operatori in isolamento attivo (sarebbero meno di 60), sottolinea che il reparto di Medicina, interessato da «qualche positività», rimarrà aperto e rivendica la misura dell’isolamento attivo. «Come da normativa – precisa - i sanitari considerati contatti stretti asintomatici, e per questo posti in quarantena fiduciaria attiva, si recheranno al lavoro come ogni giorno limitandosi al tragitto casaospedale. Manterranno uno stretto monitoraggio con tamponi ripetuti». I fronti aperti infatti sono tanti e tutti gli ospedali, per reggere l’emergenza anche di personale, hanno rimandato centinaia di prestazioni ordinarie. Quante siano nell’Usl 3 non è dato sapere. «Non do le cifre» ha detto lapidario ieri il direttore generale Giuseppe Dal Ben. E l’ha ripetuto alla richiesta sulla situazione dei contagi comune per comune, che l’Usl 4 invece rende noti ogni settimana.
Proprio ieri l’azienda del
Veneto orientale ha illustrato i suoi numeri sulla pandemia affermando che nell’ultima settimana il virus ha rallentato la sua corsa con una percentuale di positivi su tamponi eseguiti compresa fra il 5 e il 6% . Una «tendenza in decrescita», ha sottolineato il direttore generale Carlo Bramezza. «Tra il 9 e il 15 novembre abbiamo raggiunto il picco dei contagi ma ora sembra che abbiamo scollinato», ha spiegato il direttore del Servizio
Igiene e Sanità Pubblica, Lorenzo Bulegato. Nel Veneto orientale nelle ultime due settimane i contagi sono passati da 899 a 791. I positivi sono 1.050 e tra i 114 ricoverati 14 sono in terapia intensiva. Dei 1200 ospiti nelle case di riposo dell’Usl 4 i positivi sono 42. «Di cui 34 a Caorle», sottolinea Chinellato. « Nel complesso è una situazione gestibile, è stato fatto un buon lavoro sul territorio, sia da parte dei medici di famiglia sia delle unità speciali», ha concluso Bramezza.
L’impegno dei medici di base è intenso anche nell’Usl 3 dove solo 3 dottori su 385 non hanno aderito alla campagna per effettuare i tamponi, anche se in realtà il 40 per cento deve ancora iniziare e chi è partito ne effettua, in media, uno al giorno. «La media di un tampone al giorno non è lontana da quanto previsto - dice il segretario provinciale Fimmg Maurizio Scassola - Il 40 per cento di chi non è partito attende le sedi dove fare i test, individuate insieme all’Usl».
Ma più dei tamponi in questo momento preoccupa la situazione dei vaccini influenzali perché non tutti i soggetti a rischio, come ha spiegato ieri la Fimmg, sono stati vaccinati. «Per la nostra Usl avevamo in carico la necessità di 167 mila vaccini – ha spiegato ieri Dal Ben – ne sono arrivati 140 mila ma le dosi mancanti dovrebbero arrivare entro l’inizio della prossima settimana. Il tema, nazionale e regionale, riguarda le ditte che non hanno prodotto tutto il vaccino che serviva per quanto richiesto dalle varie regioni e Usl».
Intanto il virus continua a mietere vittime. Sono 15 i decessi registrati ieri e 447 i nuovi casi per un totale di 10.629 positivi. Un dato che balza agli occhi è l’aumento della percentuale di contagiati moldavi tra le comunità straniere della città. Ma anche sull’ipotesi che l’incremento sia legato ai due week end di votazioni politiche a distanza, fatte a Mestre con lunghe code ai seggi, Dal Ben non vuole esprimersi. «Questa seconda ondata è diversa dalla prima — dice il direttore — sono fondamentali i comportamenti dei singoli e le azioni del servizio sanitario».
I numeri
Ieri ci sono stati 15 decessi per Covid e 447 nuovi casi: in totale sono 10.629
Bramezza (Usl 4)
«Ci sono segnali di una decrescita del virus, abbiamo raggiunto il picco il 15 novembre»