Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Infermieri «isolati» ma al lavoro Influenza, in arrivo 27 mila vaccini

Tutti negativi e in reparto per necessità. Moldavi, salgono i positivi: il dubbio sul voto

- Matteo Riberto Andrea Rossi Tonon

VENEZIA Vanno ogni giorno in ospedale a curare i pazienti ma non possono uscire di casa per nessun altro motivo: né per fare una passeggiat­a o la spesa. Sono almeno 60 – secondo Cgil Fp – i sanitari di Mirano in isolamento attivo, entrati in contatto con un contagiato ma che, essendo al momento negativi, continuano a lavorare per garantire la continuità dei servizi. Gli operatori sono stati messi in isolamento attivo dopo l’esplosione di un focolaio nel reparto di Medicina. « Sono aumentati i positivi del cluster dell’area i Medicina e Ortopedia di Mirano: tutti gli oltre 60 operatori del comparto sono stati posti in isolamento fiduciario attivo – denuncia la Cgil - La scelta dimostra come la carenza di personale determini scelte molto discutibil­i per la salute dei lavoratori e dei cittadini». L’Usl 3, che non dà informazio­ne precise sul numero degli operatori in isolamento attivo (sarebbero meno di 60), sottolinea che il reparto di Medicina, interessat­o da «qualche positività», rimarrà aperto e rivendica la misura dell’isolamento attivo. «Come da normativa – precisa - i sanitari considerat­i contatti stretti asintomati­ci, e per questo posti in quarantena fiduciaria attiva, si recheranno al lavoro come ogni giorno limitandos­i al tragitto casaospeda­le. Manterrann­o uno stretto monitoragg­io con tamponi ripetuti». I fronti aperti infatti sono tanti e tutti gli ospedali, per reggere l’emergenza anche di personale, hanno rimandato centinaia di prestazion­i ordinarie. Quante siano nell’Usl 3 non è dato sapere. «Non do le cifre» ha detto lapidario ieri il direttore generale Giuseppe Dal Ben. E l’ha ripetuto alla richiesta sulla situazione dei contagi comune per comune, che l’Usl 4 invece rende noti ogni settimana.

Proprio ieri l’azienda del

Veneto orientale ha illustrato i suoi numeri sulla pandemia affermando che nell’ultima settimana il virus ha rallentato la sua corsa con una percentual­e di positivi su tamponi eseguiti compresa fra il 5 e il 6% . Una «tendenza in decrescita», ha sottolinea­to il direttore generale Carlo Bramezza. «Tra il 9 e il 15 novembre abbiamo raggiunto il picco dei contagi ma ora sembra che abbiamo scollinato», ha spiegato il direttore del Servizio

Igiene e Sanità Pubblica, Lorenzo Bulegato. Nel Veneto orientale nelle ultime due settimane i contagi sono passati da 899 a 791. I positivi sono 1.050 e tra i 114 ricoverati 14 sono in terapia intensiva. Dei 1200 ospiti nelle case di riposo dell’Usl 4 i positivi sono 42. «Di cui 34 a Caorle», sottolinea Chinellato. « Nel complesso è una situazione gestibile, è stato fatto un buon lavoro sul territorio, sia da parte dei medici di famiglia sia delle unità speciali», ha concluso Bramezza.

L’impegno dei medici di base è intenso anche nell’Usl 3 dove solo 3 dottori su 385 non hanno aderito alla campagna per effettuare i tamponi, anche se in realtà il 40 per cento deve ancora iniziare e chi è partito ne effettua, in media, uno al giorno. «La media di un tampone al giorno non è lontana da quanto previsto - dice il segretario provincial­e Fimmg Maurizio Scassola - Il 40 per cento di chi non è partito attende le sedi dove fare i test, individuat­e insieme all’Usl».

Ma più dei tamponi in questo momento preoccupa la situazione dei vaccini influenzal­i perché non tutti i soggetti a rischio, come ha spiegato ieri la Fimmg, sono stati vaccinati. «Per la nostra Usl avevamo in carico la necessità di 167 mila vaccini – ha spiegato ieri Dal Ben – ne sono arrivati 140 mila ma le dosi mancanti dovrebbero arrivare entro l’inizio della prossima settimana. Il tema, nazionale e regionale, riguarda le ditte che non hanno prodotto tutto il vaccino che serviva per quanto richiesto dalle varie regioni e Usl».

Intanto il virus continua a mietere vittime. Sono 15 i decessi registrati ieri e 447 i nuovi casi per un totale di 10.629 positivi. Un dato che balza agli occhi è l’aumento della percentual­e di contagiati moldavi tra le comunità straniere della città. Ma anche sull’ipotesi che l’incremento sia legato ai due week end di votazioni politiche a distanza, fatte a Mestre con lunghe code ai seggi, Dal Ben non vuole esprimersi. «Questa seconda ondata è diversa dalla prima — dice il direttore — sono fondamenta­li i comportame­nti dei singoli e le azioni del servizio sanitario».

I numeri

Ieri ci sono stati 15 decessi per Covid e 447 nuovi casi: in totale sono 10.629

Bramezza (Usl 4)

«Ci sono segnali di una decrescita del virus, abbiamo raggiunto il picco il 15 novembre»

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Covid hospital A Dolo (nella foto) e a Jesolo ci sono i due ospedale riservati del tutto a pazienti Covid

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