Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Voglia di Natale, piazze affollate Ma il trend dei contagi non cala
Mestre piena di gente, Venezia deserta. Il prefetto Zappalorto dimesso dall’ospedale
MESTRE Via vai nelle strade del centro di Mestre, famiglie con le borse degli acquisti, amici, coppie. E poi i tavolini dei bar pieni zeppi, prima che alle 18 scoccasse lo stop, decine di selfie davanti all’albero di luci e palline colorate.
La voglia di Natale è esplosa all’improvviso ieri a Mestre, tra piazza Ferretto e dintorni. Quasi fosse un sabato pomeriggio normale — mascherine diffuse a parte — senza l’incubo pandemia e il vincolo di rispettare regole che sono tutt’ora vigenti, come quella del passeggio lontano dai centri storici. Pochi l’hanno seguita questa regola ieri, solo quelli che hanno approfittato della riapertura delle grandi superfici di vendita nell’area Auchan e quella di Valecenter a Marcon dove si sono viste scarse code, tutte ordinate all’esterno di Happy Casa e Media World soprattutto o all’Interspar di via Torino. Anche al Noventa Designer Outlet, dopo un venerdì affollato per il Black Friday, la riapertura del sabato non ha registrato il pienone, anche se non sono mancate le code all’ingresso dei «top brand», come Nike o Adidas. All’entrata della maggior parte dei negozi, però, c’erano gli addetti al controllo del numero di accessi in base alla superficie e questo ha allungato in molti casi i tempi d’ingresso ai negozi.
Ad essere deserta invece Venezia, dove pattuglie di polizia e carabinieri vigilavano su campi davvero desolati. Bisognerà aspettare il 4 dicembre per veder accendere l’albero di Natale digitale di Fabrizio Plessi in piazza San Marco o veder illuminare, il giorno successivo, il ponte di Rialto con un gioco di videoproiezioni dedicate ai protagonisti della storia, dell’arte e dell’architettura. «La Città, nonostante i mesi bui che sta affrontando — ha detto ieri il sindaco Luigi Brugnaro — vuole ripartire».
I mesi bui della pandemia non sono ancora alle spalle. Ieri è stata l’ennesima giornata con numeri impegnativi. Sono state undici le nuove vittime che portano il numero dei morti solo di questa settimana a 91. Un mese tragico: a novembre si è registrato il 37 per cento (228) dei decessi totali per Covid (607) da marzo.
Ieri sono stati registrati 475 nuovi casi con i positivi che salgono a 10.926. Cresce anche il numero delle persone costrette in ospedale: sono 484 i ricoverati (+8) dei quali 59 in terapia intensiva. La buona notizia è che ieri è stato dimesso dall’ospedale Civile di Venezia il prefetto Vittorio Zappalorto. Risultato positivo a inizio mese, il prefetto era stato ricoverato una decina di giorni fa passando anche per il reparto di terapia intensiva. Poi lo spostamento nel reparto di Medicina, fino alle dimissioni e il rientro a casa.
Vittime Novembre ha registrato il 37 per cento di tutti i decessi da marzo. Ieri undici morti
I numeri delle Usl racchiudono lo sforzo che stanno mettendo in campo gli operatori sanitari, impegnati quotidianamente su molteplici fronti. Il più delicato resta quello delle case di riposo, travolte dal virus anche in questa seconda ondata. Sono 407 i positivi nelle 31 residenze per anziani del territorio della Serenissima: 246 sono anziani, 161 operatori sanitari che sono quindi costretti a casa, con le strutture che devono affrontare l’emergenza senza poter contare su una fetta del loro organico. L’altro fronte caldo sono le scuole: dal suono della prima campanella
I positivi In tutta la provincia superata quota 11 mila. Ieri 407 nuovi casi, 4 i focolai a scuola
sono 73 i focolai scoppiati negli istituti dell’area Usl 3 e 606 gli alunni risultati positivi. Ma a contagiarsi non sono solo gli studenti, anche tutti i lavoratori del sistema scolastico sono espositi al rischio: dal 14 settembre sono risultati positivi in 215 tra professori, bidelli, tecnici e assistenti amministrativi. Le misure adottate – su tutte la didattica a distanza imposta alle superiori – stanno però dando qualche frutto. Se sono 92 gli studenti attualmente positivi, sono «solo» 4 i focolai accesi nelle scuole.